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I BICORDI SUL BASSO

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Perché mai dovrei imparare a suonare i bicordi sul basso?

Te lo sei mai chiesto? O sei uno di quelli che ne fa uso, anzi magari ne abusa?

Io credo che sia una buona cosa imparare quanto meno a gestirli, perché, come dico sempre, è molto importante arricchire il proprio lessico musicale, per potersi esprimere al meglio nel maggior numero di contesti possibile.

Di conseguenza, anche i bicordi sul basso possono ricoprire un ruolo importante, soprattutto in alcune situazioni.

Per capire a cosa mi riferisco, è indispensabile innanzitutto capire quanti e quali tipi di bicordi possiamo suonare sul basso. Iniziamo dai più usati, soprattutto in contesti rock o simili: sono i bicordi di quinta, e sono identici a quelli che si suonano sulla chitarra; la differenza principale è che mentre i chitarristi per suonarli, solitamente sfruttano le corde più basse (generalmente con un suono distorto), noi li suoniamo sulle corde più acute. Questo, principalmente, perché il suono simultaneo di 2 suoni molto gravi non è proprio bellissimo da sentire…

Si possono utilizzare in diversi contesti, talvolta con l’aggiunta dell’ottava alta (utilizzando 3 dita e 3 corde), come usa fare spesso il grande Steve Harris, per esempio.

In alternativa alla quinta, delle note che è possibile utilizzare per generare un bicordo sul basso è sicuramente la terza. O sarebbe meglio dire le terze, dal momento che funzionano benissimo sia maggiori che minori.

Potresti pensare di esercitarti suonando tutta una scala maggiore su una corda (per esempio quella di Re), aggiungendo la terza di ogni nota (sulla corda Sol). Ascolta l’effetto e cerca di familiarizzare con questo tipo di sound, può tornare utile per creare interessanti fraseggi melodici, armonizzandoli in modo indipendente.

Un altro uso interessante dei bicordi, più funk, è quello di suonare la 3a e la 7a insieme, all’interno di un groove. Ci vuole un pò di pratica, il mio consiglio è quello di cercare in rete delle linee di basso costruite in questo modo, farle vostre, e poi provare a crearne di originali.

Per il momento puoi fare qualche esperimento suonando in modo alternato, un MI corda a vuoto (per due battiti) e un bicordo re-sol#, suonati rispettivamente al tasto 12 della seconda corda e al tasto 13 della prima corda (sempre per due quarti); esercitati a metronomo e ascolta l’effetto.

 

In ogni caso, se ti va di approfondire come suonare i bicordi sul basso, ho pubblicato un video su YouTube tempo fa, guardalo subito, lo trovi QUI!

Come ti ho già detto, puoi trovare questo e molti altri argomenti sui miei video corsi, che puoi acquistare qui

 

Buon week end!

Di |2022-11-11T11:07:15+01:00Novembre 11th, 2022|Blog|Commenti disabilitati su I BICORDI SUL BASSO

IL TAPPING SUL BASSO: SI PUO’ FARE!

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Hai sempre pensato che il tapping sul basso sia una cosa inutile, vero?

E come darti torto. A pensarci bene, non credo che esista una cosa più inutile di mettersi a fare tapping sul basso. Anzi, credo che sul vocabolario, al termine inutilità dovrebbero e potrebbero scrivere una cosa del tipo: “vedi tapping sul basso”.

Ovviamente ci si scherza su, non prendetevela, anzi, se siete tra quei pochi che vorrebbero approfondire  questa tecnica o che magari già la usano, sappiate che avete tutta la mia stima e sono con voi, moralmente.

Eh, si, signori miei, perché io faccio parte di quella schiera di musicisti ( e spero di essere in buona e nutrita compagnia ) che pensa ancora di suonare in primis per divertirsi, e se è vero che, al giorno d’oggi, nessuno ci chiamerà per suonare sui dischi pretendendo da noi delle parti di tapping sul basso,  è anche vero che è una tecnica che a mio modo di vedere è molto divertente e può dare parecchie soddisfazioni.

Fatevi una domanda, come direbbe Marzullo, e datevi una risposta: perché avete scelto di suonare il basso? Parto dal presupposto che chi legge queste righe, ovviamente suoni già il basso elettrico, o per lo meno ne sia attratto.

Molto probabilmente risponderete dicendo che è uno strumento che vi affascina, magari perché avete sentito questo o quel bassista fare dei virtuosismi e avete scoperto che alla fine sul basso non è vero che si possono fare solo poche note, che è uno strumento noioso, che non lo sente nessuno, che “è il più facile”. Magari suonare il basso può essere divertente, e, magari si può addirittura arrivare a dover studiare un pò di tecnica ( e di tecniche avanzate ) e doverci sbattere un pò la testa prima di riuscire.

Il tapping ha il suo fascino, sul basso, come anche sulla chitarra; di sicuro è abbastanza settoriale, se abitualmente suonate o ascoltate jazz, o pop melodico, magari non fa per voi; ma credo anche abbiate capito, ormai, che magari non siete capitati su delle pagine che fanno per voi, in generale.

Personalmente amo questa tecnica, penso che a volte si possa usare, per idee soliste, o magari, in fase di composizione di brani particolari, ricercati, in mondi che se ne stanno ben alla larga dalla musica pop; e che se approfondita come si deve possa dare anche degli spazi diversi al bassista, proprio perché il suono del basso che ne risulta è diverso dai clichet.

Ok, mi sto dilungando, lo ammetto, ma è che per presentare una video-lezione di questo tipo non potevo certo limitare a descriverne il contenuto; per quello non si scappa, dovete guardarvi il video.

Per il resto, spero di avervi convinto che il tapping possa essere una tecnica se non utile, sicuramente divertente, da provare sul basso elettrico.

E quindi, non mi resta che augurarvi buon divertimento!

 

Di |2018-12-07T00:24:51+01:00Dicembre 7th, 2018|basso elettrico, Esercizi per basso, Funky music, musica, red hot chili peppers|Commenti disabilitati su IL TAPPING SUL BASSO: SI PUO’ FARE!

Esercizi per basso: BASS FITNESS!

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Se state cercando dei buoni esercizi per basso, siete capitati nel posto giusto.

 

 

 

Chi mi segue già da qualche tempo, sa già che qui, generalmente, cerco di concentrare esclusivamente materiale utile a noi bassisti, di qualunque tipo: ultimamente mi ero concentrato un pò di più sullo studio dei generi e degli stili, in passato ho parlato di gruppi, bassisti, teoria e armonia, e ho spesso cercato di facilitare i “nuovi adepti”, con degli esercizi utili soprattutto per chi è alle prime armi.

Così mi sono accorto che effettivamente, mancava qualcosa per chi il basso già lo suona, ma vuole migliorarsi costantemente.

A questo scopo, pubblico oggi questa serie di esercizi per basso, per consentire un pò a tutti, a qualsiasi livello ( compreso chi è già un pò più avanti ), di avere del materiale su cui poter lavorare.

Attenzione. Cosa sono questi esercizi per basso?

Diciamo che prendiamo in prestito dagli studi teorico-armonici alcune scale, nello specifico le scale modali, ancora più nello specifico, 3 scale: la scala ionia ( o maggiore ), la scala mixolidia, e la scala dorica.

Nella prima tipologia di esercizi, impariamo come svilupparle su 2 ottave, lungo tutta la tastiera; vi raccomando di seguire le diteggiature consigliate, almeno all’inizio. Una volta presa la dovuta confidenza ( ricordandovi sempre di rispettare tutto ciò che si è già detto e che dovreste sapere bene relativamente alla tecnica di base ), potrete iniziare a lavorare sula velocità, aumentando i bpm. E’ scontato che il metronomo è fondamentale, quando si praticano questi tipi di esercizi.

Un altro tipo di esercizio che vi propongo, riguarda sempre le scale modali in questione, ma stavolta a mano ferma.

Iniziamo al terzo tasto, tonica sul SOL, quarta corda. La prima dexterity, dove per dexterity si intende un esercizio di tecnica, “destrezza”, per l’appunto, consiste nel suonare le nostre tre scale a gruppi di 4 note alla volta ( sedicesimi ), iniziando di volta in volta sul grado successivo della scala. Spiegarlo a parole non è semplice, il video vi chiarirà molto le idee, e la partitura ( comprensiva di tab ) che trovate qui, ancora di più.

Una volta eseguita questa dexterity sulle 3 scale, potrete provare la successiva, che consiste banalmente, nel suonarla per salti di terza.

Per la diteggiatura vi rimando anche in questo caso al video e al materiale che trovate in download.

Ultime raccomandazioni: cercate di praticare questi esercizi in modo costante, se potete tutti i giorni, anche se per pochi minuti. Iniziate nella parte bassa della tastiera e cercate poi di spingervi oltre, arrivando anche agli ultimi tasti.

Partite da velocità moderate per poi aumentare gradualmente. Un ottimo punto di arrivo è l’esecuzione in sedicesimi a 100 bpm.

Se vi dovessero interessare le diteggiature per le altre scale modali su 2 ottave, le trovate tutte sul mio libro “Il basso elettrico dalla A alla F” che trovate come e-book  qui, oppure su Amazon in cartaceo.

Non mi resta che augurarvi BUONO STUDIO!

Esercizi per basso

Di |2018-10-25T15:04:51+02:00Ottobre 19th, 2018|armonia, basso elettrico, Esercizi per basso, musica, teoria musicale|Commenti disabilitati su Esercizi per basso: BASS FITNESS!

INFLUENZE, INFLUENCER, O…INFLUENZATO?

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INFLUENZE, INFLUENCER O INFLUENZATO???

Ciao.

MI dicono tutti che quando inizi a farti vedere su youtube rischi di diventare influencer.. Beh, non so cosa voglia dire di preciso, ma nel dubbio mi sono fatto venire l’influenza…

E a proposito di influenze… Cosa vuol dire essere influenzati? Come si fa a farsi influenzare?

Quanto sono importanti le inifluenze sulla musica che facciamo?

Beh, a sentire quello che dicono tutti, sono fondamentali, e sinceramente, sono d’accordo. Ma vediamo perchè:

Come si fa ad essere influenzati da qualcosa? Beh, fate un esperimento sociale: provate, ad esempio, se siete di Milano, ad andare a vivere qualche mese, magari qualche anno, non so, a Firenze…. Tornerete che qualcuno vi chiederà. “Ma sei toscano?” Ebbene, si, senza volerlo, in modo naturale, cambierà il vostro modo di parlare, la vostra cadenza nelle frasi, magari anche l’accento… Ecco: siete stati influenzati.

Lo stesso accade in musica: quando si dice che Tizio, Caio e Sempronio, noti jazzisti sono stati influenzati dalla musica brasiliana, ad esempio, significa che, magari hanno frequentato a lungo musicisti provenienti da li, o ci hanno vissuto. Ecco che iniziano magari a prendere delle abitudini di quel tipo, ad esempio sul suono dello strumento, poi si può passare a provare ad imitare il fraseggio che a loro viene naturale, magari con l’uso di scale che non conoscevano prima, o semplicemente facendone un altro uso… Pensate se questo discorso lo estendiamo alla questione ritmica… e pensate in questo senso il peso che ha avuto la musica cubana sul jazz, ad esempio.

Un altro esempio, ricollegandomi a un mio video di poco tempo fa, pensate alla forte influenza che ha avuto il reggae sulla musica pop/rock dalla seconda metà degli anni ’60: ascoltate certi brani di Stevie Wonder o di Eric Clapton… Conoscere quella musica li ha portati a volerla approfondire e a “rimescolarla”, in qualche modo alla loro, creando cose “Ibride” che qualcuno ha anche definito “pop-reggae” o “rock-reggae” ma che altro non sono che lo stile di un artista che ha subito l’influenza di un’altra cosa…

Esattamente come accade ogni volta che parliamo di generi ibridi. Il “funk-rock”, il “rock-blues”… Cosa sono? Etichette create ad hoc, propbabilmente per “inscatolare” generi diversi tra loro, ma chealtro non sono che delle libere interpretazioni di un determinato artista di una musica che non gli appartiene, ma si può dire, l’abbia influenzato…

Le influenze sono importantissime per la popular music ( e non solo probabilmente ), sono quella linfa vitael che le permette di non incartarsi su se stessa, ama di rinnovarsi, reinventarsi. Quindi è molto importante che ognuno, a suo modo, ci metta del suo.

Il grande jazzista dovrebbe costantemente girare il mondo, probabilmente, per continuare ad evolvere.

Il semplice musicista che si diletta a suonare musica che gli piace, potrebbe e dovrebbe fare anceh lui qualcosa: ascoltare musica che non considera propriamente sua; provare a suonarla e ad assorbirla, negli aspetti principali. Provare poi a “riciclarla”, come idee, in qualcos’altro: un arrangiamento di una cover, un brano originale.

Le influenze possono essere larghe, in questo senso: esempio: sono un bluesman, provo ad ascoltare molto rock, o viceversa: esperimento già fatto, negli anni ’60/70… e cosa è venuto fuori è sotto gli occhi di tutti:hendrix, Eric clapton, Led zeppelin, deep purple…

Oppure funk e jazz, volendo, pensate agli incognito…

Chiunque può essere influenzato da qualcosa o anche qualcuno, a livello musicale. E’ per quello che è molto importante ad esempio per noi bassisti studiare brani e stili di più bassisti, per non farsi influenzare da uno solamente e rischiare di diventarne la fotocopia.

Se invece si studiano più brani di più bassisti di stili diversi, poi si può rielaborane il meglio e crearsi un proprio stile, qualcosa di nuovo, in un certo senso…

Personalmente ritengo di essere stato influenzato principalmente da tutto ciò che è rock ( fino al Metal ),  da tutto ciò che è blues ( anche delta ) e da tutto ciò che è funky.

In particolare quando il funky incontra gli altri generi ( rock e blues ) si crea quella terra che per me è casa…

 

BUON ASCOLTO E BUONA VISIONE!

 

 

Di |2018-10-12T13:06:27+02:00Settembre 28th, 2018|Senza categoria|Commenti disabilitati su INFLUENZE, INFLUENCER, O…INFLUENZATO?

BASSO FUNK: 10 Funk Licks facili che puoi suonare subito!

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Il basso funk, il suo sound, le sue ritmiche sono per tutti i bassisti e gli aspiranti bassisti uno dei punti di arrivo. Si può iniziare a suonare dicendo di amare qualsiasi genere e stile, ma quando si scopre il basso funk è innegabile che sale la voglia di imparare a riprodurlo, e di imparare anche velocemente, se possibile!

Ma la domanda allora è proprio questa: è possibile imparare a suonare funk in breve tempo? La risposta, mi duole dirlo, dovreste già conoscerla e non vi piacerà… Però, di sicuro, con un pò di impegno e dedizione, si può ricavare qualcosa di interessante fin da subito.

E a tal proposito oggi vi propongo, in questa video-lezione, 10 funk licks, che ho definito “facili”, ma che ovviamente richiedono un pò di applicazione.

I requisiti sono quelli che vi potete aspettare: una discreta tecnica di base, una particolare attenzione e cura alla mano destra, al sound delle ghost notes, le legature, le ottave, insomma, tutti quegli elementi che dovreste avere già visto anche semplicemente guardando dei miei vecchi video, come questo.

Come si studiano il licks? Per prima cosa ascoltateli attentamente, nelle versione full speed e in quella lenta, possibilmente seguendo la partitura. Poi iniziate ad imbastirli in un primo momento senza metronomo, trovatevi le diteggiature e cercate di farne uscire un suono decente. Poi mano a mano accellerate, sempre utilizzando il metronomo, fino ad arrivare alle velocità che vi consentono di utilizzare le basi di drum machine che vi ho preparato e che trovate nella sezione download.

Questi 10 licks sono solo l’inizio del vostro percorso in territorio Funky, il mio consiglio è di studiarne altri, mischiando metodi, e autori, per poi provare a crearne di vostri.

A novembre pubblicherò il mio secondo metodo per basso, che sarà proprio una raccolta di licks, ce ne saranno ben 100, che, se volete potrete studiarvi; ma soprattutto darò la possibilità e lo spazioe per cercare le vostre varianti ai licks di partenza e per scriverne e suonarne di vostri, totalmente inediti.

E, a proposito di metodi, se ancora non l’avete fatto, potete intanto cimentarvi col mio primo libro, “Il basso elettrico dalla A alla F”, che trovate qui.

E chi ne avesse voglia, può sempre contattarmi qui, per informazioni sulle lezioni via Skype!

Alla prossima!

 

 

 

Di |2018-10-12T13:33:15+02:00Settembre 14th, 2018|basso elettrico, musica, red hot chili peppers|Commenti disabilitati su BASSO FUNK: 10 Funk Licks facili che puoi suonare subito!

LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MODALI

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LE SCALE MODALI

Le scale modali sono da sempre uno degli argomenti più richiesti e inseguiti da parte di chi si approccia allo studio del basso elettrico, o in generale, diciamo, di qualunque strumento.

 

 

Il perchè è presto spiegato: conoscere i modi delle diverse scale dà il senso di una certa “libertà” nella scelta delle note, e quindi del feeling da ricercare, principalmente in fase di improvvisazione ( o di composizione, anche , in realtà ).

Improvvisazione e composizione sono 2 concetti che di solito “cozzano” in un certo senso con il senso più stretto dell’essere un bassista; il quale, si sa, da sempre ( e anche giustamente, volendo vedere ) è relegato ad un compito di accompagnamento, in background, e in favore di chi improvvisa, magari, il più delle volte. Ma è anche vero, che in primis la conoscenza delle regole di teoria/armonia portano sempre a suonare qualunque cosa con maggior consapevolezza, e quindi anche a migliorare le nostre idee in fase di accompagnamento, ricerca delle linee di basso, dei “fill” , eccetera. E oltretutto secondo me essere pronti ad improvvisare anche al di fuori degli schemi canonici dell’accompagnamento bassistico, fa parte della completezza che ogni bassista moderno dovrebbe avere.

Cosa sono le scale modali, quindi? Da dove nascono? Come si usano?

Nel video cerco di rispondere a questi quesiti nel modo più esaustivo possibile, dando ampio risalto soprattutto alla domanda “da dove nascono?”  Utile a mio modo di vedere, per capire poi realmente anche come usarle, le scale modali.

Sul basso il primo passo da compiere per comprendere a fondo il discorso è: partire dalla scala di do maggiore, suonarsela avanti e indietro pensando ad ogni suo grado. Una volta presa una certa familiarità con la scala maggiore sul basso, provate a pensare di voler ricostruire questa scal partendo da ognuna delle note che la compongono. Questo darà origine a 7 scale, ovvero 7 modi diversi tra loro, ognuno con una sua diteggiatura sulla tastiera del basso, ed ognuno con la sua caratteristica, con il suo “sound”.

Facciamo un esempio:

DO RE MI FA SOL LA SI DO ( Scala di do maggiore, considerato “prima diteggiatura )

RE MI FA SOL LA SI DO RE

MI FA SOL LA SI DO RE MI

 

E potrei continuare ( cosa che nel video faccio ) su tutte le 7 note. Osservate come le note rimangano sempre le stesse ( non ci sono # o b ), ma se vado a suonarle sul basso, scopro 7 “diteggiature” diverse: questi sono i 7 modi della scala maggiore, che prenderanno rispettivamente i nomi di: SCALA IONIA, SCALA DORICA. SCALA FRIGIA, SCALA LIDIA, SCALA MIXOLIDIA, SCALA EOLIA, SCALA LOCRIA.

Ogni scala, o modo, ha la sua caratteristica sonora e la sua corrispondenza con un determinato accordo; per i primi 6 modi c’è una relazione con una scala maggiore o minore, mentre il modo locrio è consideratao un modo semidiminuito ed è un discorso a sè.

Nel video ci spiego in modo abbastanza dettagliato come approcciarvi ai diversi modi, utilizzando anche la notazione e le tab, nonchè le brevi basi su cui esercitarvi e che trovate qui.

Come sempre, vi ricordo l’importanza di esercitarvi in modo costante e “attivo”, ovvero ascoltando sempre quello che esce dallo strumento e non il solo lavoro tecnico di osservare dove vanno le dita…

Buon basso!

Di |2018-07-13T16:07:17+02:00Luglio 13th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MODALI

LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MAGGIORI

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LEZIONI DI BASSO: LE SCALE MAGGIORI

Tutto il mondo è fatto a scale, direte voi. Scale maggiori, per l’esattezza.

In che senso? Cos’ è una scala maggiore?, In generale, in  musica, cosa si intende per scale, e perchè tutti ne parlano? Tutti dicono che sono importanti, e che dobbiamo studiarle?

E noi, che volevamo solo suonare il basso, perchè siamo costretti a relazionari con le scale?

 

 

Calma, andiamo con ordine. Innanzitutto vediamo di capire cos’è una scala, secondo la teoria musicale, in generale. Per scala intendiamo una sequenza di suoni ( note ) disposte dalla più bassa alla più alta ( e/o viceversa ) secondo un preciso schema di toni e semitoni. Questo “schema” viene chiamato anceh MODO ed è quello che definisce una determinata scala, dandole pure il nome. A esempio chiamiamo scala MAGGIORE quella che ha il seguente modo:

T – T – S – T – T – T- S

Se iniziamo dalla nota DO ed applichiamo questo modo, otteniamo la seguente scala:

DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI – DO

Ovvero la scala per eccellenza , quella che ci insegnano fin dai tempi dell’odiatissimo flauto dolce… Bene: questa scala prende tecnicamente il nome di scala di DO MAGGIORE. “Di Do” semplicemente perchè inizia dalla nota do, “maggiore” perchè, a partire da quella nota, abbiamo applicato il modo maggiore.

Ora: se noi iniziamo da un’altra nota, qualsiasi ed applichiamo il modo maggiore, otterremo la scala maggiore di…quella nota (es. da RE scala di re maggiore, da FA scala di fa maggiore, e via dicendo ).

Sul basso elettrico ci sono diversi modi, alias diverse “diteggiature” utili a suonare una determinata scala sul basso.

Ora, appurato che per il momento ci interessa parlare in particolare solo del modo maggiore, concentriamoci su questo, cercando di capire dove si suoneranno le scale maggiori sulla tastiera del basso elettrico.

Iniziamo dalla scala di do: prendiamo il nostro do al 3° tasto della 3^ corda, e da li applichiamo il modo maggiore, ovvero ci spostiamo di un tono, poi ancora di un tono, ecc. Facciamo molta attenzione in questa fase ad aiutarci con le note delle corde a vuoto ( re, e sol in particolare su DO maggiore ), e troviamo la diteggiatura più corretta per eseguire tutta la scala senza fatica.

Immediatamente dopo proviamo a fare la stessa cosa posizionandoci sulla nota SOL, che troviamo sempre al 3° tasto, ma, questa volta, della 4^ corda.

Noteremo come, essendo il modo sempre quello maggiore, avremo una diteggiatura veramente simile a quella di do maggiore, ma riportata su una corda sopra ( qui il video può aiutarvi sicuramente a capire meglio ).

Le difficoltà possono iniziare nel cercare note e diteggiature delle scale di Re, La e MI maggiore. Quindi il consiglio che vi do, da qui in poi è quello di guardare il video e lasciarvi guidare da suggerimenti e dagli esercizi, che trovate nella sezione download del sito, nonchè, in forma estesa, sul mio libro, acquistabile qui.

Per oggi è tutto, linea..a voi e buon basso!

 

 

Di |2018-07-13T16:08:45+02:00Giugno 15th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MAGGIORI

LEZIONI DI BASSO: SUONARE IL BASSO CON 3 NOTE

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COME SUONARE TUTTO CON SOLO 3 NOTE!

Lo so, a questo punto, con una frase del genere, sembra che io vada a dare ragione a chi pensa che suonare il basso sia facile…

 

In realtà le cose si complicheranno un pò quando scoprirete che le 3 note a cui mi riferisco, sul basso sono, come de resto un pò su tutti gli strumenti, quelle che formano la cosiddetta “triade”; e non sto parlando di qualcosa di mistico, state tranquilli…

In musica per triade si intende un accordo formato da sole 3 note ( ma questo, se avete seguite qualcun altra delle mie video lezioni di basso, dovreste già saperlo ). Così come dovreste già sapere che una triade formata dalla prima, la terza e la quinta nota della scala maggiore, si chiama triade maggiore.

Benissimo. Quello che state per scoprire può cambiare radicalmente la vostra vita. In meglio, sia chiaro.

Ok, forse ho esagerato, non cambierà la vostra vita, ma di sicuro la vostra vita musicale, o per lo meno il vostro modo di suonare il basso elettrico, questo si, potrebbe farlo.

Per dire di conoscere realmente gli accordi, dovrete prendere confidenza con il concetto di “rivolti”. Cos’è un rivolto? Un rivolto è una posizione dell’accordo, che vede al basso una nota che non sia la tonica. Ogni accordo ha, quindi, tanti rivolti quante sono le sue note meno una. Per fare un esempio, la triade maggiore ha posizione fondamentale I -III – V; il suo primo rivolto sarà: III –  V – I ( dove I verrà ovviamente suonato all’ottava superiore ); il secondo rivolto sarà V – I – III.

Per noi bassisti questa cosa significa letteralmente guadagnare 2 posizioni “nuove” sulla tastiera del basso per poterli suonare; ma… A cosa mi serve tutto ciò?

Innanzitutto ad esplorare ancora meglio la tastiera e scoprire dove potere suonare alcune note anche molto acute, sfruttando gli intervalli contenuti negli accordi; in secondo luogo, la conoscenza delle note facenti parte degli accordi aiuta tantissimo in fase di composizione, di qualunque tipo, quindi sia che vogliate costruire delle potenti linee di basso per accompagnare, sia che siate interessati all’idea del solo di basso, da qui, comunque, dovrete partire.

Come unire tutte queste cose? Beh, direi che è giunto per voi il momento di guardare il video, in cui cerco di dare esempi pratici di come portare sul basso tutto quello che vi hi raccontato in queste righe.

Buona suonata!

Lezioni di basso

Lezioni di basso elettrico

Di |2018-07-13T16:16:31+02:00Maggio 12th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: SUONARE IL BASSO CON 3 NOTE

LEZIONI DI BASSO: 3 ESERCIZI INDISPENSABILI SULLE SCALE!

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Chiunque si avvicini per la prima volta allo studio di uno strumento, come il basso, sa che presto o tardi gli toccherà studiare le scale.

Ma cosa sono le scale? A cosa servono? Quante sono? Come si studiano?

Beh, sono un pò troppe domande tutte insieme, effettivamente; andiamo con ordine.

Innanzitutto se volete approfondire la teoria che sta dietro alla “nascita” delle scale, al loro utilizzo e alle varie forme, l’unica cosa che potete fare è aprire un bel libro di teoria musicale e studiarvelo per benino.

La cosa che possiamo limitarci a fare qui è capire a cosa servono sul basso elettrico e come studiarle perché abbiano veramente una loro utilità.

E l’utilità ce l’hanno eccome, ve lo assicuro!

Come dico nel titolo, in questo video mi limito a presentarvi i 3 esercizi che non potete non conoscere ed eseguire, possibilmente con una certa costanza, sul basso. All’inizio serviranno principalmente per migliorare la vostra tecnica bassisistica, ma anche in seguito torneranno sempre utili, come esercizi di riscaldamento o come “palestra”, per continuare ad evolvere continuamente il vostro modo di suonare.

Non mi resta che presentarveli, in ordine: “quartine”, “terzine” e “salti di terza”.

Lascio al video il compito di entrare nei dettagli di ogni singolo esercizio, vi raccomando ancora di eseguirli con costanza e parsimonia, e, ovviamente, di affidarvi sempre ad un buon metronomo, per curare il “timing” ma anche, banalmente, per misurare la velocità di esecuzione ed utilizzarla come parametro per i vostri progressi.

Buono studio!!

LA CHIAVE DI BASSO

Di |2018-07-13T16:14:21+02:00Maggio 4th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: 3 ESERCIZI INDISPENSABILI SULLE SCALE!

SUONARE IL BASSO: I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI!

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I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI A SUONARE IL BASSO!

Nella video lezione di oggi vi invito a ragionare al contrario: non alle cose da fare, e da curare, quando andrete a suonare il basso, ma a quelle che assolutamente non dovete fare.

Sono di diversa natura, ma tutte ugualmente importanti, quindi, come dico sempre, imbracciate il vostro basso, armatevi di un pò di pazienza, e iniziate a seguirmi!

Il primo errore di cui voglio parlarvi è abbastanza comune tra quelli che iniziano a suonare il basso da zero e non prendono lezioni: riguarda l’impostazione della  mano sinistra. E’ una tendenza comune, dopo che si è suonata una nota, alzare il dito che ha appena premuto la corda per fare spazio al successivo… sbagliato!! Le dita che hanno già suonato devo continuare a premere la corda e le altre dovranno andare a sommarsi! ( Forse guardare il video vi può aiutare a capire meglio cosa intendo )

Altro errore comune, sempre relativo all’impostazione delle mani riguarda però la mano destra: utilizzate sempre 2 dita! E cercate di alternarle sempre, per lo meno all’inizio, per acquisire sicurezza col movimento. Non è facile coordinarsi, soprattutto se siete in quella fase in cui, per l’appunto, starete curando anche la mano sinistra. Ma provate, provate e riprovate, finche non vi sentirete a vostro agio con il movimento corretto!

Nel cercare di risolvere questi 2 problemi, dovrete inoltre cercare di risolverne un altro: il terzo errore che si fa solitamente quando si cerca di imparare a suonare il basso è quello dell’uso del metronomo. Attenzione: non mi riferisco al fatto che spesso venga snobbato e non lo si usi ( cosa anch’essa sbagliata, ma che viene in un secondo momento ). Nella fase iniziale l’errore è utilizzarlo anche quando non si dovrebbe! Se state lavorando alla tecnica, fondamentalmente state facendo “ginnastica per le dita”, NOn vi serve farlo a tempo! Anzi, nella maggior parte dei casi sarà un ostacolo in più! Assimilate bene i meccanismi delle dita, e solo quando ci sarete riuscite, provate a ripetere gli stessi movimenti a tempo!

4° errore: L’amplificatore. So che all’inizio molti preferiscono non averlo, “tanto mi sento lo stesso”, “tanto non devo suonare con nessuno”… Ma, fidatevi, quando suonate con un suono amplificato, anche di poco, al vostra sensibilità sullo strumento cambia, anche di parecchio. Cercate fin da subito di infilare lo strumento in una scheda audio, un vecchio ampli scassato, il vecchio stereo di casa ( pessima soluzione, a dir la verità, ma se non ne avete altre, neglio che niente… ) e cercate di ascoltare sempre il vostro suono filtrato da un amplificatore, ok? Questo vi aiuterà molto in seguito…

E per finire in bellezza, 5° errore: mettetevelo bene in testa, scrivetelo a caratteri cubitali sul muro di casa vostra, o dove volete: il basso non è lo strumento più facile da suonare. Il basso non è uno strumento facile da suonare. non esistono strumenti facili da suonare, ficcatevelo bene nella vostra testolina… Se volete suonarlo male, allora accomodatevi, non seguite neanche più le video lezioni, nè le mi nè  quelle di altri! Ma se vi incuriosice, volete provare, vi piacerebbe saperne di più, eccetera, allora sappiate che le difficoltà ci sono e non sono poche, se volete suonarlo bene, questo strumento.

Ad esempio, provate ad ascoltarvi questi 5 dischi, provate a suonare anche solo 1/10 di quello che fanno i vari bassisiti su questi dischi, e poi ne riparliamo…

I dischi sono:

1 ) RAGE AGAINST THE MACHINE – RAGE AGAINST THE MACHINE ( 1992 )

2) BLOOD SUGAR SEX MAGIK – RED HOT CHILI PEPPERS (  1991 )

3) SOUL VACCINATION LIVE – TOWER OF POWER ( 1999 )

4) POSITIVITY – INCOGNITO ( 1997 )

5) HEAVY WEATHER – WEATHER REPORT ( 1977 )

Buon ascolto!!!

Suonare il basso

 

Di |2018-07-13T16:16:58+02:00Aprile 27th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su SUONARE IL BASSO: I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI!

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