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Quante scale devo imparare?

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Ehi Basswalker!

 

La situazione è questa: hai iniziato studiare il basso seriamente (o ripreso, dopo tanti anni), e ti stai rendendo conto che ogni volta che impari una scala, arriva il tuo maestro e te ne suggerisce una nuova… A questo punto ti chiedi: ma quante saranno? Quante ne devo imparare? Finiranno mai? E soprattutto: le userò mai tutte?

 

Conosco quell’espressione, che hai sul viso, in questo momento, l’ho avuta anch’io a suo tempo.

 

Oggi sono qui per provare a darti una risposta che ti sia per lo meno utile.

 

La prima cosa che posso dirti è che devi stare tranquillo, non devi impararle tutte. Dopodiché occorre però fare alcune precisazioni e analizzare il tuo caso, che può essere diverso da quello di molti altri.

Quando ci approcciamo allo studio di una materia come la musica, dovrebbe attivarsi in noi una curiosità che ci porterà a volerne sapere sempre di più, come per tutte le materie, credo. La musica è in gran parte anche scienza, oltre che arte, e, in quanto tale, può essere esplorata in modo esponenziale, per rendersi conto di quanti argomenti affascinanti tratta, che vanno dalla fisica(acustica) e arrivano, se vogliamo, fino alla psicologia, senza contare che si può approfondire la storia e naturalmente tutti gli aspetti tecnici che riguardano il “suonare” vero e proprio.

 

Ora, la parte più squisitamente teorica è una materia decisamente vasta, e ci parla di scale, appunto, ma anche di accordi, volendo, di toni e semitoni, sistema temperato, microtoni e tutto il resto. Ti incuriosisce tutto questo? Se la risposta è affermativa, allora studia e cerca di comprendere quante più scale riesci!

 

Ma tieni presente che se arrivi ad approfondire scale esotiche, orientali o modi antichi, ovviamente lo stai facendo per pura passione, a meno che tu non decida di suonare la musica specifica di un certo angolo di mondo…Ad esempio, sai che cos’è il “pelog”? È una scala di sette suoni tipica del gamelan, musica di origine indonesiana.

Credi che suonerai mai del gamelan? Se sì, accomodati, in rete trovi molte informazioni su questa affascinante musica e sulle sue scale caratteristiche…

 

Spero che sia chiaro il senso del discorso, in ogni caso quello che ti voglio suggerire è: studia ciò che ti serve! Anche in caso tu abbia mire da professionista, potrebbe non servirti tutto lo scibile a proposito delle scale; generalmente se andrai a suonare jazz ad alti livelli, o se deciderai di diventare un docente in materia jazzistica, allora sicuramente dovrai conoscere più scale di chi va a suonare hard rock nei pubs il sabato sera, questo è chiaro. Ma in linea di massima, ti ripeto: per cultura personale puoi approfondire ciò che vuoi, se suoni per divertirti un po’ di rock o del blues, al massimo, o metal, ma anche funk o r&b, allora una volta che conosci i modi della scala maggiore, le pentatoniche e se proprio vuoi un paio di modi dal sistema modale minore melodico, hai davvero tutto quello che ti serve e oltre.

Più ti avvicini al jazz o ad altri tipi di musica carichi di contaminazioni con culture diverse, allora più dovrai aggiungere certe scale al tuo bagaglio, perché poi avrai bisogno di ricreare probabilmente quel tipo di sonorità.

 

Quindi, per chiudere, ricorda che dipende tutto dal tuo approccio alla musica, allo strumento e dai tuoi obiettivi; stai tranquill* che si vive bene e si suona altrettanto bene anche senza avere mai avuto a che fare con certe scale dai nomi complicatissimi…

 

Buono studio!

 

Di |2023-06-29T10:36:18+02:00Giugno 29th, 2023|basso elettrico, Blog, musica, Senza categoria, teoria musicale|Commenti disabilitati su Quante scale devo imparare?

Come scrivere una canzone col basso elettrico!

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Sei un bassista, ma vorresti provare a scrivere una canzone. Ci hai pensato, vero? Come farò mai a scrivere una canzone col basso elettrico? Si può iniziare a comporre musica, col basso elettrico?

https://youtu.be/Q0U5q29U6sI

 

 

 

 

 

 

 

Beh, può sembrare strano, ovvio, tutti ci immaginiamo chi scrive musica seduto davanti a un pianoforte o al limite con una chitarra in mano.

Eppure un barlume di speranza c’è. Sei pronto? Stai per capire se si può, e come si fa, a scrivere una canzone col basso!

Va detto che, in realtà, molto dipende anche dal tipo di canzone che vuoi scrivere, dal genere, dalla strumentazione che intendi adottare per farla suonare ( anche se all’inizio probabilmente, si tratterà di un computer ).

Ma, in linea di massima, diciamo che puoi scrivere tutto quello che ti passa per la testa, anche suonando il tuo basso elettrico.

Vorrei soffermarmi principalmente su 3 tipi di composizione: la prima è la classica “canzone pop”: una sequenza di accordi ( progressione armonica ), una  parte ritmica , in cui incastrare quello che poin sarà il tuo giro di basso, e una bella melodia.

Il secondo tipo sarà un classico brano rock, dal riff di basso “forte”, riconoscibile, e su cui andremo ad incastrare una parte di chitarra e un solido groove di batteria.

E per finire proveremo a fare la stessa cosa, ma cercando di rientrare in schemi che si addicono di più al funky.

La prima tipologia ( canzone pop ) è effettivamente quella più insolita; generalmente sarebbe preferibile, dovendo partire dagli accordi, utilizzare un piano o al limite una chitarra, per iniziare. Ma, se hai già guardato questa mia lezione, in cui parlavo di armonizzazione della scala, e se hai dimestichezza con gli accordi suonati col basso, puoi tranquillamente provare a scrivere una sequenza di accordi interessante, come, ad esempio, quella che utilizzo nel video. Il mio consiglio è quello di stabilire prima quante misure dovrà occupare tale progressione, per poi riempire le misure con degli accordi piacevoli; magari tutti tonali, magari usando qualche dominante secondaria.

Una volta creata l’armonia puoi stabilire quale sarà il ritmo della canzone, immaginandolo ( e poi, magari programmandolo sulla drum machine ) per poi incastrarci sopra una parte di basso, che rispetti in linea di massi quelli che sono gli elementi caratteristici del pop ( esempio unisono cassa/basso ) o del rock ( esempio obbligo sugli ottavi di basso e Hi Hat ).

Sarebbe utile registrare tutto con una delle varie DAW disponibili, anche gratuitamente, e poi portare delle registrazioni agli eventuali musicisti che dovranno suonare il brano, magari dando il giusto mix di indicazioni precise e di  “carta bianca”, su cui elaborare le proprie parti.

In ambito più rock, il secondo caso è quello che prevede la stesura di una linea di basso accattivante, che stia anche in piedi da sola, per poi “farcilra” con un bel groove di batteria e ritrovarsi ad avere 2 possibilità: la prima è “monocordo”, un accordo solo che girra, su cui il chitarrista si possa magari sbizzarrire in effetti e ritmiche coinvolgenti, mentre la seconda è quella degli accordi che cambiano sulla nostra “nota fissa”, il cosiddetto pedale.Vi invito a provare e sentirne l’effetto.

Infine, se proviamo a prendere lo stesso riff inventato per il secondo caso, sincoparlo ed agiungere un batteria ed una chitarra funk, otterremo un ottima base di partenza per un brano di stile funky, appunto, su cui poter rappare o improvvisare a nostro piacimento.

Nel video ovviamente troverete dei dettagli un pò più approfonditi, e alcuni esempi suonati.

Quindi, non avete più scuse, imbracciate il vostro basso e provate a comporre!

 

Di |2018-11-02T11:09:15+01:00Novembre 2nd, 2018|armonia, basso elettrico, dominanti secondarie, Esercizi per basso, Funky music, musica, red hot chili peppers, teoria musicale|Commenti disabilitati su Come scrivere una canzone col basso elettrico!

LEZIONI DI BASSO: SCALA MINORE A CHI?

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LEZIONI DI BASSO: LA SCALA MINORE

E’ giunto il momento di imparare a suonare anche la scala minore sul basso.

Ebbene si, se avete seguito fin qui le mie lezioni, a questo punto dovreste avere una discreta conoscenza di quello che sono le scale, e una buona confidenza con alcune parole come “tono”, “semitono”, “modo”. Se così non fosse, prima di proseguire nella lettura e nella visione di questa nuova video-lezione di basso, vi suggerisco vivamente di andare a rivedervene qualcuna delle precedenti…

Il primo concetto da avere ben saldo per affrontare un argomento tipo questo da un punto di vista prettamente teorico è quello di “modo” di una scala. Ricordate cosa abbiamo detto a proposito della scala maggiore? Bene. Per definire una scala minore dobbiamo per prima cosa definire il suo modo, il “modo minore”, appunto.

Il modo minore è il seguente (mi raccomando, cercate di impararlo a memoria ):

T – S – T – T – S – T – T

Questo vuol dire che, applicandolo ad una nota di partenza ( ad esempio LA ), otterremo la scala minore di quella nota ( ad esempio LA minore ).

La scala minore ha una sua diteggiatura precisa sul basso ( vi suggerisco di guardare il video, per questo ), che, volendo ben vedere è un pò più semplice anche di quella della scala maggiore. Una volta capito cos’è, come si costruisce grazie al modo, e imparata bene la diteggiatura, non vi resta altro da fare che provarvela in diverse posizioni sulla tastiera, applicandoci magari qualche ritmica presa dai cari vecchi esercizi di tecnica visti in precedenza, e cercare di prender confidenza.

 

Un altro concetto fondamentale riguardante le scale minori è quello delle cosiddette SCALE RELATIVE. Cosa significa scala relativa? Una scala relativa minore è una scala che ha le stesse note di una scala maggiore, ma MODO diverso. Prendiamo ad esempio la scala di DO maggiore ( do re mi fa sol la si do  per chi ancora non lo sapesse ); esiste una scala minore che ha le stesse identiche note, ovvero nessuna alterazione? Ebbene si: provate a costruire la scala di modo minore partendo dalla note LA; osserverete che la scal ottenuta sarà LA SI DO RE MI FA SOL LA; ovvero una scala fatta di sole note naturali, ma che inizia dal LA. Questa scala, di LA minore, appunto, si dice essere la relativa minore della scala di DO maggiore.

Ogni scala maggiore ha la sua scala relativa, che si ricava sulla nota che abbiamo un tono e mezzo sotto ( o, per chi preferisce, sul sesto grado della scala maggiore ); ad esempio la relativa di RE maggiore sarà SI minore, la relativa di FA maggiore sarà RE minore e via dicendo…

L’ultimo argomento trattato nel video riguarda un aspetto molto interessante a proposito di scale minori; se paragonata alla scala omonima maggiore ( esempio DO maggiore con DO minore ), una delle prime cose che salta all’occhio ( anzi, meglio, all’orecchio ) è che, nel suonarla in senso ascendente, la scala minore una volta arrivati al settimo grado manca di quella “tendenza” a voler “chiudere”, ovvero risolvere sulla nota successiva, l’ottava. Questa tendenza è data dalla mancanza di quella nota denominata “sensibile”, il settimo grado tipico della scala maggiore, che, data la distanza di un solo semitono con l’ottava, porta il nostro orecchio a voler sentire la chiusura sulla stessa. Si è pensato, quindi, di creare una nuova scala minore, che avesse le stesse note di quella appena vista, tranne l’ultima, la settima, appunto, che viene innalzata di un semitono… La scala così ottenuta sarà, nel caso di LA come tonica: LA SI DO RE MI FA SOL# LA, e prenderà il nome di SCALA MINORE ARMONICA. Ci si riferirà alla precedente invece, con il nome di SCALA MINORE NATURALE.

Ma non è finita…

Alzare il settimo grado comporta un “salto” di be un tono e mezzo tra 2 gradi della scala ( 6° e 7° ) cosa sicuramente abituale mella musica orientale ( l’avrete notato suonandola ), ma abbastanza insolito invece per noi occidentali. E quindi? Direte voi…

E quindi si è pensato di creare una nuova scala minore, che avesse, oltre al settimo, anche il sesto grado alzato di un semitono. Ecco la scala risultante, iniziando sempre dal LA:

LA SI DO RE MI FA# SOL# LA

Questa prende il nome di SCALA MINORE MELODICA.

( A proposito della scala minore melodica ricordate che nel suonarla in senso discendente torna ad essere minore naturale ).

Per i dettagli e per come suonare queste scale non posso fare altro che rimandarvi al video.

Spero di esservi stato utile, mi raccomando suonate sempre avendo estrema cura dell’impostazione e delle diteggiature suggerite, e se avete problemi di qualunque tipo non esitate a contattarmi.

BUON BASSO!

 

Di |2018-07-05T08:56:20+02:00Luglio 6th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: SCALA MINORE A CHI?

LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MAGGIORI

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LEZIONI DI BASSO: LE SCALE MAGGIORI

Tutto il mondo è fatto a scale, direte voi. Scale maggiori, per l’esattezza.

In che senso? Cos’ è una scala maggiore?, In generale, in  musica, cosa si intende per scale, e perchè tutti ne parlano? Tutti dicono che sono importanti, e che dobbiamo studiarle?

E noi, che volevamo solo suonare il basso, perchè siamo costretti a relazionari con le scale?

 

 

Calma, andiamo con ordine. Innanzitutto vediamo di capire cos’è una scala, secondo la teoria musicale, in generale. Per scala intendiamo una sequenza di suoni ( note ) disposte dalla più bassa alla più alta ( e/o viceversa ) secondo un preciso schema di toni e semitoni. Questo “schema” viene chiamato anceh MODO ed è quello che definisce una determinata scala, dandole pure il nome. A esempio chiamiamo scala MAGGIORE quella che ha il seguente modo:

T – T – S – T – T – T- S

Se iniziamo dalla nota DO ed applichiamo questo modo, otteniamo la seguente scala:

DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI – DO

Ovvero la scala per eccellenza , quella che ci insegnano fin dai tempi dell’odiatissimo flauto dolce… Bene: questa scala prende tecnicamente il nome di scala di DO MAGGIORE. “Di Do” semplicemente perchè inizia dalla nota do, “maggiore” perchè, a partire da quella nota, abbiamo applicato il modo maggiore.

Ora: se noi iniziamo da un’altra nota, qualsiasi ed applichiamo il modo maggiore, otterremo la scala maggiore di…quella nota (es. da RE scala di re maggiore, da FA scala di fa maggiore, e via dicendo ).

Sul basso elettrico ci sono diversi modi, alias diverse “diteggiature” utili a suonare una determinata scala sul basso.

Ora, appurato che per il momento ci interessa parlare in particolare solo del modo maggiore, concentriamoci su questo, cercando di capire dove si suoneranno le scale maggiori sulla tastiera del basso elettrico.

Iniziamo dalla scala di do: prendiamo il nostro do al 3° tasto della 3^ corda, e da li applichiamo il modo maggiore, ovvero ci spostiamo di un tono, poi ancora di un tono, ecc. Facciamo molta attenzione in questa fase ad aiutarci con le note delle corde a vuoto ( re, e sol in particolare su DO maggiore ), e troviamo la diteggiatura più corretta per eseguire tutta la scala senza fatica.

Immediatamente dopo proviamo a fare la stessa cosa posizionandoci sulla nota SOL, che troviamo sempre al 3° tasto, ma, questa volta, della 4^ corda.

Noteremo come, essendo il modo sempre quello maggiore, avremo una diteggiatura veramente simile a quella di do maggiore, ma riportata su una corda sopra ( qui il video può aiutarvi sicuramente a capire meglio ).

Le difficoltà possono iniziare nel cercare note e diteggiature delle scale di Re, La e MI maggiore. Quindi il consiglio che vi do, da qui in poi è quello di guardare il video e lasciarvi guidare da suggerimenti e dagli esercizi, che trovate nella sezione download del sito, nonchè, in forma estesa, sul mio libro, acquistabile qui.

Per oggi è tutto, linea..a voi e buon basso!

 

 

Di |2018-07-13T16:08:45+02:00Giugno 15th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: LE SCALE MAGGIORI

CAN’T STOP TUTORIAL E TAB: PUOI SUONARLA SUBITO ANCHE TU!

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CAN’T STOP TUTORIAL E TAB

 

 

Perchè proprio un “Can’t stop tutorial”?

Forse perchè Can’t stop è uno dei brani più richiesti, tra quelli più recenti dei Red Hot Chili Peppers; E, forse, proprio perché, pur essendo suonata dal buon Flea in slap, non è una delle parti più difficili che il bassista californiano ha realizzato, ma rimane comunque una delle più efficaci.

Per suonare bene il giro di basso di “Can’t stop” non occorre aver approfondito realmente la tecnica dello slap. Bisogna, questo è chiaro, averne almeno le poche nozioni di base, e comunque essersi esercitati almeno un pò sul colpo di pollice e sullo strappo ( quale esercizi meglio di quelli sulle ottave, raggiungere questo obiettivo? )

Ma una volta consolidata la tecnica di base, tutto sta semplicemente nel provare i diversi componenti del riff, magari utilizzando un metronomo, per provarla prima lentamente e po, mano a mano aumentare la velocità.

Gli elementi basilari per un buono slap in generale sono gli stessi elementi caratterizzanti del giro di basso di Can’t stop: colpo di pollice ( indicato con la “T” nelle tabs ), lo strappo dello corde ( che può essere fatto, a piacere, o con l’indice o con il medio ed indicato sempre e comunque con la lettera “P” nelle tabs ), e, “last but not least”…Le ghost notes.

Le ghost notes sono uno degli elemetni più caratterizzanti non solo dello slap, a mio modo di vedere, am in generale, del basso elettrico, in particolare se parliamo di basso elettrci “funky”. Vale la pena perdere parecchio tempo sullo studio delle ghost notes, e, oltre ai classici esercizi che potete trovare un pò ovunque, suonare brani cui siano contenute è a mio modo di vedere di vitale importanza. E “Can’t stop” può essere un ottimo punto di partenza!

Dunque, non perdete altro tempo! Date un occhio al video, basso in spalla e via a suonare il riff di “Can’t stop”!

Buon basso!!!

Live con i Dr Pepper, tributo ai R.H.C.P.

Di |2018-07-13T16:12:12+02:00Maggio 25th, 2018|basso elettrico, musica, red hot chili peppers|Commenti disabilitati su CAN’T STOP TUTORIAL E TAB: PUOI SUONARLA SUBITO ANCHE TU!

LEZIONI DI BASSO: SUONARE IL BASSO CON 3 NOTE

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COME SUONARE TUTTO CON SOLO 3 NOTE!

Lo so, a questo punto, con una frase del genere, sembra che io vada a dare ragione a chi pensa che suonare il basso sia facile…

 

In realtà le cose si complicheranno un pò quando scoprirete che le 3 note a cui mi riferisco, sul basso sono, come de resto un pò su tutti gli strumenti, quelle che formano la cosiddetta “triade”; e non sto parlando di qualcosa di mistico, state tranquilli…

In musica per triade si intende un accordo formato da sole 3 note ( ma questo, se avete seguite qualcun altra delle mie video lezioni di basso, dovreste già saperlo ). Così come dovreste già sapere che una triade formata dalla prima, la terza e la quinta nota della scala maggiore, si chiama triade maggiore.

Benissimo. Quello che state per scoprire può cambiare radicalmente la vostra vita. In meglio, sia chiaro.

Ok, forse ho esagerato, non cambierà la vostra vita, ma di sicuro la vostra vita musicale, o per lo meno il vostro modo di suonare il basso elettrico, questo si, potrebbe farlo.

Per dire di conoscere realmente gli accordi, dovrete prendere confidenza con il concetto di “rivolti”. Cos’è un rivolto? Un rivolto è una posizione dell’accordo, che vede al basso una nota che non sia la tonica. Ogni accordo ha, quindi, tanti rivolti quante sono le sue note meno una. Per fare un esempio, la triade maggiore ha posizione fondamentale I -III – V; il suo primo rivolto sarà: III –  V – I ( dove I verrà ovviamente suonato all’ottava superiore ); il secondo rivolto sarà V – I – III.

Per noi bassisti questa cosa significa letteralmente guadagnare 2 posizioni “nuove” sulla tastiera del basso per poterli suonare; ma… A cosa mi serve tutto ciò?

Innanzitutto ad esplorare ancora meglio la tastiera e scoprire dove potere suonare alcune note anche molto acute, sfruttando gli intervalli contenuti negli accordi; in secondo luogo, la conoscenza delle note facenti parte degli accordi aiuta tantissimo in fase di composizione, di qualunque tipo, quindi sia che vogliate costruire delle potenti linee di basso per accompagnare, sia che siate interessati all’idea del solo di basso, da qui, comunque, dovrete partire.

Come unire tutte queste cose? Beh, direi che è giunto per voi il momento di guardare il video, in cui cerco di dare esempi pratici di come portare sul basso tutto quello che vi hi raccontato in queste righe.

Buona suonata!

Lezioni di basso

Lezioni di basso elettrico

Di |2018-07-13T16:16:31+02:00Maggio 12th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: SUONARE IL BASSO CON 3 NOTE

SUONARE IL BASSO: I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI!

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I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI A SUONARE IL BASSO!

Nella video lezione di oggi vi invito a ragionare al contrario: non alle cose da fare, e da curare, quando andrete a suonare il basso, ma a quelle che assolutamente non dovete fare.

Sono di diversa natura, ma tutte ugualmente importanti, quindi, come dico sempre, imbracciate il vostro basso, armatevi di un pò di pazienza, e iniziate a seguirmi!

Il primo errore di cui voglio parlarvi è abbastanza comune tra quelli che iniziano a suonare il basso da zero e non prendono lezioni: riguarda l’impostazione della  mano sinistra. E’ una tendenza comune, dopo che si è suonata una nota, alzare il dito che ha appena premuto la corda per fare spazio al successivo… sbagliato!! Le dita che hanno già suonato devo continuare a premere la corda e le altre dovranno andare a sommarsi! ( Forse guardare il video vi può aiutare a capire meglio cosa intendo )

Altro errore comune, sempre relativo all’impostazione delle mani riguarda però la mano destra: utilizzate sempre 2 dita! E cercate di alternarle sempre, per lo meno all’inizio, per acquisire sicurezza col movimento. Non è facile coordinarsi, soprattutto se siete in quella fase in cui, per l’appunto, starete curando anche la mano sinistra. Ma provate, provate e riprovate, finche non vi sentirete a vostro agio con il movimento corretto!

Nel cercare di risolvere questi 2 problemi, dovrete inoltre cercare di risolverne un altro: il terzo errore che si fa solitamente quando si cerca di imparare a suonare il basso è quello dell’uso del metronomo. Attenzione: non mi riferisco al fatto che spesso venga snobbato e non lo si usi ( cosa anch’essa sbagliata, ma che viene in un secondo momento ). Nella fase iniziale l’errore è utilizzarlo anche quando non si dovrebbe! Se state lavorando alla tecnica, fondamentalmente state facendo “ginnastica per le dita”, NOn vi serve farlo a tempo! Anzi, nella maggior parte dei casi sarà un ostacolo in più! Assimilate bene i meccanismi delle dita, e solo quando ci sarete riuscite, provate a ripetere gli stessi movimenti a tempo!

4° errore: L’amplificatore. So che all’inizio molti preferiscono non averlo, “tanto mi sento lo stesso”, “tanto non devo suonare con nessuno”… Ma, fidatevi, quando suonate con un suono amplificato, anche di poco, al vostra sensibilità sullo strumento cambia, anche di parecchio. Cercate fin da subito di infilare lo strumento in una scheda audio, un vecchio ampli scassato, il vecchio stereo di casa ( pessima soluzione, a dir la verità, ma se non ne avete altre, neglio che niente… ) e cercate di ascoltare sempre il vostro suono filtrato da un amplificatore, ok? Questo vi aiuterà molto in seguito…

E per finire in bellezza, 5° errore: mettetevelo bene in testa, scrivetelo a caratteri cubitali sul muro di casa vostra, o dove volete: il basso non è lo strumento più facile da suonare. Il basso non è uno strumento facile da suonare. non esistono strumenti facili da suonare, ficcatevelo bene nella vostra testolina… Se volete suonarlo male, allora accomodatevi, non seguite neanche più le video lezioni, nè le mi nè  quelle di altri! Ma se vi incuriosice, volete provare, vi piacerebbe saperne di più, eccetera, allora sappiate che le difficoltà ci sono e non sono poche, se volete suonarlo bene, questo strumento.

Ad esempio, provate ad ascoltarvi questi 5 dischi, provate a suonare anche solo 1/10 di quello che fanno i vari bassisiti su questi dischi, e poi ne riparliamo…

I dischi sono:

1 ) RAGE AGAINST THE MACHINE – RAGE AGAINST THE MACHINE ( 1992 )

2) BLOOD SUGAR SEX MAGIK – RED HOT CHILI PEPPERS (  1991 )

3) SOUL VACCINATION LIVE – TOWER OF POWER ( 1999 )

4) POSITIVITY – INCOGNITO ( 1997 )

5) HEAVY WEATHER – WEATHER REPORT ( 1977 )

Buon ascolto!!!

Suonare il basso

 

Di |2018-07-13T16:16:58+02:00Aprile 27th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su SUONARE IL BASSO: I 5 ERRORI DA NON FARE QUANDO INIZI!

COME COSTRUIRE UN BUON GIRO DI BASSO IN POCHI SEMPLICI PASSAGGI

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LEZIONI DI BASSO

COME COSTRUIRE UN BUON GIRO DI BASSO IN POCHI SEMPLICI PASSAGGI

 

lezioni di basso

Giri di basso…

Come nasce un buon giro di basso?

Quali cose bisogna sapere per costruire una linea di basso efficace, bella e magari anche “originale”?

Se ti sei trovato più di una volta ad avere a che fare con il compositore della tua band, e alla frase “ho scritto un pezzo nuovo, facciamolo” hai tremato di paura…No problem sei nel posto giusto!!

In questa nuova video-lezione cerco di affrontare quelli che sono i passaggi principali per riuscire a costruire una linea di basso per un brano inedito, a prescindere dal genere, dal sound, e dallo stile.

Eh si, perchè, sotto sotto, per ogni tipo di musica che intendiamo proporre, la strada per costruire un efficace giro di basso è proprio la stessa.

Nel video, faccio riferimento alle 3 situazioni classiche, da cui, generalmente si parte:

1: Non c’è niente. Il brano è stato scritto piano/voce, chitarra/voce o in situazioni simili. Quello che dobbiamo fare è creare di sana pianta un giro di basso che funzioni. Impresa impossibile? No, se hai delle discrete conoscenza di teoria/armonia. Se non le hai… Abbile!!!! Eh si, conosccere come sono formati gli accordi, qualche nozione riguardante scale e tonalità, a prescindere dalla mera lettura del pentagramma, sono elementi fondamentali; che, quanto meno, possono accorciare anche di parecchio i tempi, per costruire un buon giro di basso. Partiamo dal ragionare sulle note degli accordi, facciamoci un’idea dello stile di base che vogliamo ottenere ( rock? funky? ). E partiamo da li, ipotizzando di costruire una linea utilizzando note e ritmiche “usuali” e che suonino bene. La fantasia ci deve essere, ma al servizio di qualche “paletto” utile a stare “dentro” l’idea di brano che avremo in mentet.

2: C’è tutto. Ovvero, il nostro amico compositore ha già pensato ad una linea di basso, e magari l’ha pure realizzata col suo bel basso che ha a casa, tra mille strumenti o con i suoni midi della scheda audio… In ogni casao, la prima cosa da fare è eseguirla nota per nota, eccezion fatta per quelle note “ineseguibili” ( ad esempio un Do grave su un 4 corde… ). Riadattiamo eventuali errori di questo tipo, eseguiamo la parte come ci è stato chiesto e apriamo un dibattito sul “cosa sarebbe meglio fare”, per migliorare la linea costruita a tavolino, anche e soprattutto in base al nostro gusto e alla nostra esperienza da bassisti.

3: Ci sono dei passaggi “obbligati”: ovvero, dei passaggi che vanno eseguiti in quel modo e non si può fare nulla altro. A volte, ad esempio, nel metal, possono essere dei riff di chitarra, da suonare all’unisono coi nostri amici delle 6 corde, per non creare linee che diano disturbo. A volte è più efficace fare le cose insieme, che tentare di suonare una cosa diversa che vada a “cozzare” con quello che già c’è.

E questo è un pò il quadro generale, dopodichè può succedere di tutto: si possono mischiare le carte, si possono trovare brani che iniziano con un riff obbligato e finiscono con dei giri di accordi più melodici; si possono trovare dei “vamp”, situazioni in cui ad accompagnare è un accordo solo, lunghissimo, che, a volte, ci dà la possibilità di esprimerci un pò più da “solisti”, e via così.

Il mio consigli, se volete ottenere dei giri di basso efficaci, è di ASCOLTARE tantissima musica, analizare giri id basso famosi, e sperimentare tanto, su tutti i generi, anche quelli lontani dal vostro preferito.

Provate.

Riprovate.

Provate ancora.

E fatemi sapere come è andata.

 

 

Di |2018-07-13T16:18:22+02:00Marzo 9th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su COME COSTRUIRE UN BUON GIRO DI BASSO IN POCHI SEMPLICI PASSAGGI

SLAP MY BASS! I PRIMI 3 PASSI PER IMPARARE LO SLAP

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SLAP MY BASS!

I PRIMI 3 PASSI PER IMPARARE LO SLAP

 

Di sicuro lo slap è una delle tecniche più affascinanti che ci siano per il basso elettrico; se pure negli ultimi anni non sia più molto di moda nella musica di largo consumo, è innegabile che chiunque si avvicini al nostro strumento, desideri prima o poi approcciarsi a questa tecnica.

E la domanda è sempre quella: da dove inizio, se voglio imparare lo slap? Di suo, sembra una tecnica difficilissima, a volte basta sentire 2 note in slap per farci apparire subito un bassista come “bravissimo”.. Perchè? Per il semplice fatto che il suono del basso slap è, di per sè, qualcosa che esula dal comune approccio al basso elettrico e alle frequenze basse, così come le conosciamo.

Il fatto che percuote una corda del basso col pollice porti ad ottenere un suono così particolare, “brillante” e “cristallino”, ma allo stesso tempo grintoso e “pompato” è una di quelle cose che ci fa amare sempre di più il nostro strumento…

In questa lezione, mi rivolgo a chi vuole iniziare un approccio alla tecnica, senza particolari competenze iniziali. Ovviamente non si può pretendere di diventare degli slappers in pochi minuti, ma di sicuro se non avete esperienze, seguire i consigli di questo video e praticare con costanza e parsimonia gli esercizi suggeriti può essere sicuramente un buon inizio.

Non dimenticate che, come accenno nel video, è molto importante sapere che bassi diversi possono rispondere diversamente, quindi dovrete cercare il vostro suono di sla con molta calma, pazienza e molto molto orecchio. Ascoltate diversi dischi, vi posso suggerire bassisti come Flea, Les Claypool, Stuart Hamm, per stare in ambito rock, ma anche maestri come Stanley Clark e, ovviamente, il grandissimo Marcus Miller. Ascoltate quante sfumature diverse può avere il suono dello slap, e poi..suonate, suonate, suonate.

Last but not least…Non dimenticate di utilizzare sempre un metronomo!!! Un buono slap nasce da un ottimo “timing”, ovvero la capacità di suonare avendo sempre ben chiara la linea dettata dal beat, dal tempo, e non perdere un colpo.

Provare per credere!!

Alla prossima e buono studio!

 

Di |2018-07-13T16:21:23+02:00Febbraio 16th, 2018|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su SLAP MY BASS! I PRIMI 3 PASSI PER IMPARARE LO SLAP

LEZIONI DI BASSO: 6 GIRI DI BASSO CHE DEVI SAPERE!

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LEZIONI DI BASSO ELETTRICO: 6 GIRI DI BASSO CHE DEVI SAPERE!!!

Tra tutte le nuove lezioni di basso questa è quella che non puoi non seguire; analizziamo 6 famosi bass riff, di altrettanti brani che hanno fatto la storia del rock e del basso elettrico!

Fare una classifica tra tutti i riff di basso non è semplice, e sicuramente quelli che sono importanti per me magari non lo sono per altri e viceversa; ma di sicuro se il vostro obiettivo è iniziare a suonare il basso, questi 6 bass riffs vanno conosciuti, studiati e suonati.
Si parte con quello che non si può considerare davvero un riff di basso, essendo suonato da una chitarra… Ma, sentire per credere, è diventato una delle parti più suonate dai bassisti di tutto il mondo: Seven nation Army, dei Whitestripes. Inutile dire che molti ne hanno fatto una bass cover, presto o tardi, pur essendo, come dicevo, suonata originariamente dalla chitarra di Jack White.

Il riff di per sé non è complicato, ma, per una resa migliore, vi consiglio di seguire la diteggiatura suggerita nel video, perché, se si vuole davvero imparare a suonare il basso, non c’è niente di meglio di studiare brani famosi ma curando subito l’impostazione delle mani sullo strumento.

Quinto posto per un pezzo di storia, un brano che ha probabilmente il merito di essere uno dei primissimi giri di basso elettrico, che non può mancare tra le vostre lezioni di basso, e  che ancora oggi tutti dovrebbero conoscere: Stand by me di Ben E. King.

Anche Stand by me non è una delle bass cover più difficili da eseguire, ma vi raccomando di curare la diteggiatura e soprattutto il suono. Il brano è stato scritto quando ancora il basso elettrico era uno strumento giovane, e si cercava quindi sicuramente di far sentire le differenze con il contrabbasso, ma allo stesso tempo di non perderne il suono corposo e carico di bassi. Occhio quindi all’uso del pickup ( preferibile quello al manico ) e al posizionamento dell dita, anch’esse più vicine possibile al manico, per “arrotondare” il vostro bass sound.

Al quarto posto non poteva mancare una brano simbolo del grunge degli anni ’90: Come as you are ( Nirvana ).

Giro di basso accattivante, che si incastra a pennello con la chitarra del compianto Kurt Cobain, e ti trascinano a piene mani in quell’epoca. Il brano andrebbe suonato con il plettro; attenzione: suonare il basso con il plettro a molti sembra un’eresia, ma dovrete ricredervi: lo strumento nasce da Leo Fender con il nome di “bass guitar“, e i primi ad avvicinarsi alle quattro corde all’epoca furono anche i chitarristi, oltre ai contrabbassisti. Quindi lasciate da parte i pregiudizi e utilizzate bass cover come questa per affinare anche questa preziosa tecnica bassistica.

 

LEZIONI DI BASSO: PODIO DEI BASS RIFF!

E sul podio? Beh ovviamente non potevo tralasciare i mostri sacri del rock, le 3 parti di basso più famose di tutti i tempi, probabilmente: Another one bites the dust ( anche se dei Queen si contende il primato con Under pressure ), Money, dei Pink Floyd e al numero uno Come together

Ognuna di queste bass cover ha una particolarità: il suono “staccato” per il brano dei Queen, l’utilizzo del plettro il tempo dispari per Money e la diteggiatura e la posizione sullo strumento per Come together.

Studiate ogni bass riff lentamente e sempre a metronomo, cercando di curare sempre il suono, il tocco e le dinamiche, ovvero concentratevi sulla mano destra.

Si può obiettare sulla classifica e sull’esclusione di molti altri giri di basso famosi, ma prima di farlo… imparate questi, che hanno sicuramente la loro importanza. Prossimamente cercherò di integrare la storia con tutti i tasselli, perché comunque è innegabile che al giorno d’oggi, per suonare il basso elettrico è necessario conoscerne anche la storia e i protagonisti, quei bassisti che hanno reso celebre il nostro strumento.

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Di |2018-07-13T16:26:51+02:00Dicembre 29th, 2017|basso elettrico, musica|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: 6 GIRI DI BASSO CHE DEVI SAPERE!

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