LEZIONI DI BASSO: Intenzione, pronuncia e fraseggio
Suonando il basso, a tutti sarà capitato di sentirsi dire almeno una volta una frase di questo tipo, magari durante una prova o dopo un concerto: “si, le note sono giuste, ma sbagli l’intenzione!”
E quindi? Se le note sono giuste, la parte è giusta, verrebbe da pensare, giusto?
E invece, forse, hanno ragione loro, quei musicisti “sapientoni” che vogliono farci credere che sono stati davvero ad ascoltare nota per nota ciò che abbiamo suonato durante tutto il brano; già, perché che ci abbiano davvero ascoltato anche solo per i primi 10 secondi sappiamo bene essere abbastanza poco probabile ( escludendo ovviamente i nostri amici batteristi, loro ci ascoltano sempre! )
Ora: partiamo dal presupposto che per sapere esattamente a cosa ci si riferisce con certi termini bisogna innanzitutto avere una discreta preparazione musicale. Ma soprattutto, per saper padroneggiare certi concetti sullo strumento, bisognerà poi avere una discreta tecnica.
Attenzione: per tecnica in questo contesto non si intende l’esecuzione di una determinata scala a velocità elevata ( quello sarete sempre in tempo a raggiungerla con un po’ di ginnastica per le vostre dita ), ma tutto ciò che vi permetterà di esprimervi sullo strumento in modo da dare un “colore” diverso alle note che andrete a suonare di volta in volta.
Una delle meraviglie del nostro basso elettrico è proprio quella che, per come è costruito, ci consente davvero una discreta quantità di elaborazioni ad una certa idea di base, previo, ovviamente, il fatto di conoscere alcuni piccoli “trucchi”.
Partiamo con il parlare della mano destra: ricordatevi bene che il suo compito non è solo quello di emettere un suono, ma anche attribuire certe qualità specifiche a questo suono! Se suoniamo con le dita vicino al ponte, ad esempio, avremo una timbrica totalmente diversa rispetto a quella che avremo suonando vicino al manico. Se poi suoniamo un po’ più forte il suono si modificherà rispetto a quando suoniamo più piano, e anche il fatto di suonare più con la punta del vostro dito piuttosto che con il polpastrello può modificare notevolmente il suono.
Avete visto quante sfumature può contenere la vostra tavola dei colori? E non abbiamo ancora accennato alla mano sinistra, che molti vedono anche come la più importante, per raggiungere certi effetti particolare sul basso.
Ora, a prescindere dall’importanza, è comunque ovvio che anche la sinistra può contribuire al suono, in che modo?
Se vi ricordate tempo fa già parlai di legature e ghost notes, 2 espedienti che possono dare qualcosa in più alla nostra parte di basso. In aggiunta oggi vorrei menzionarvi i cosiddetti “abbellimenti”.
Per capire esattamente cosa sono, quanti sono e cosa fanno tutti gli abbellimenti vi suggerisco vivamente di aprire un buon libro di teoria musicale e studiarvelo per bene. Qui mi limiterò solo a descrivervene alcuni, quelli probabilmente più usati e più d’effetto sul nostro basso elettrico.
Il primo da citare è sicuramente l’acciaccatura, che consiste nel legare velocemente una nota ad una seconda, che sarà quella più importante ( e cadrà probabilmente sul battere ).
Molto usata in ambito rock, può far spiccare il volo alla vostra linea di basso, se usata con parsimonia e intelligenza.
Un altro abbellimento usato spesso sul basso elettrico è sicuramente il vibrato. Tanto caro ai chitarristi, si può usare ad esempio per terminare una frase solistica o semi-solistica, ma anche in accompagnamento ( sempre con estrema parsimonia ), magari su note lunghe. Per ottenere un buon vibrato esercitatevi a tenere una nota con il terzo dito e a muovere la corda verso l’alto e verso il basso, più o meno velocemente ( meglio guardare il video, se potete, a questo punto ).
L’ultimo abbellimento che vorrei suggerirvi è il trillo; consiste nel legare velocemente 2 note quante più volte si riesca. Anche il trillo se usato con parsimonia può avere il suo fascino, sia in fase solistica che in accompagnamento.
Assimilate queste tecniche, provate a sperimentare, inserendole in giri di basso semplici e ripetitivi di brani che già conoscete bene. Usatele ed abusatene, all’inizio, cercando di capire al meglio come funzionano e cosa possono portare in più alla vostra linea di basso.
Sarà a questo punto che deciderete quali entreranno a far parte del vostro stile, del vostro modo di suonare il basso, cambiandolo, probabilmente, per sempre.