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QUANDO NON C’ERA YOUTUBE

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Ehi Basswalkers!

 

Oggi voglio raccontarvi un po’ di come mi sono avvicinato al basso elettrico; sì lo so, probabilmente sarà un testo nostalgico tipico dei diversamente giovani come me, che quando si guardano indietro lo fanno un po’ come quelli che “ai miei tempi!” …

 

Alla fine, viviamo in un Paese e in un’era dominato dai luoghi comuni, “si stava meglio quando si stava peggio”, “non ci sono più le mezze stagioni”, e chi più ne ha, più ne metta; il senso è che, da una certa età in poi, quando si guarda al passato si vede solo il meglio; oggi fa tutto schifo, ieri era tutto bellissimo.

Peccato solo che, nella maggior parte dei casi, mentre lo vivevamo, quello “ieri”, lo odiavamo profondamente!

 

Allora, io ho iniziato a suonare il basso nell’estate del 1990; si, esatto, proprio nell’estate delle “Notti magiche” di Bennato, Nannini e Schillaci. Avevo formato la prima band dopo aver preso qualche lezione di chitarra, e come spesso accadeva, eravamo quattro chitarre e non c’era il bassista; per fortuna c’era almeno un basso, che uno di noi possedeva, e alla sua domanda “me lo reggi un attimo?”, risposi di si. Ecco, dopo 33 anni non l’ho ancora posato…

 

 

 

Lì possiamo dire sia iniziata la mia avventura bassistica; naturalmente suonavo in una band uno strumento che non avevo mai visto prima; quindi, ti lascio immaginare l’ansia da prestazione, ogni volta! Come risolverla?

Cercando di imparare quanto più possibile nel minor tempo possibile; e qui, i problemi: insegnanti di basso validi ce ne erano pochi e soprattutto, da totale inesperto, non sapevo neanche dove cercarli; il mio insegnante di chitarra si propose, ma mi accorsi subito che non era esattamente il suo mestiere, se non altro perché in una lezione di gruppo con cinque altri chitarristi, portare il basso non era la soluzione migliore per imparare…

 

Ci volle un anno e mezzo prima di scoprire che nel paese a fianco al mio c’era un gran bassista da cui finalmente riuscii ad andare a lezione, ma nel mentre, provai a studiare da solo: immaginate: niente internet, quindi zero tabs, zero negozi online in cui provare a cercare metodi o video (assolutamente vhs in ogni caso) e zero informazioni su negozi specializzati, trascrizioni di brani famosi…Niente di niente!

Ah, e naturalmente ai tempi il basso elettrico era bandito dai Conservatori e quelle poche scuole di musica pop-rock erano costosissime…

 

Quello che avevo erano un quaderno pentagrammato, uno stereo con cassette e vinili (anche il lettore cd l’avrei comprato più tardi).

 

E quindi?

 

Di certo in quel periodo ho sviluppato l’astuzia: qualche trucchetto e mi sono spaccato la mano con esercizi inventati da me (e quello mi sarebbe servito anni dopo, facendo l’insegnante); ma, di contro, ci ho messo molto più tempo di quanto ce ne avrei messo se fossi nato o avessi iniziato a suonare una quindicina di anni più tardi, almeno.

 

La morale?

 

Quello che voglio dire è che, se sei nella fascia di età in cui mi ritrovo io, dovresti renderti conto che se da un lato, per molti versi, può essere vero che “si stava meglio quando si stava peggio”, dall’altro lato non dovremmo sputare sempre contro le nuove tecnologie, i nuovi media e questo nuovo modo di vivere, ma anzi, dovremmo usarli a nostro favore.

 

Chi vuole iniziare a suonare il basso al giorno d’oggi o anche chi già suona ma vorrebbe migliorarsi e si arena sempre davanti al “non ho tempo”, dovrebbe capire quali sono i vantaggi di questa era: non hai tempo per andare da un insegnante a quattro chilometri da casa? O in una scuola? Benissimo: inizia seguire qualche lezione su YouTube (QUI trovi le mie, ad esempio), e se non ti basta, valuta un VIDEO CORSO! Lo segui da casa, smetti e riprendi quando vuoi, e ti costa meno…Giusto?

 

La tecnologia sotto questo punto di vista ci ha aiutato molto negli anni, approfittane!

 

O vuoi continuare a farti dare del boomer? 

 

 

Di |2023-07-20T12:20:23+02:00Luglio 20th, 2023|basso elettrico, Blog, teoria musicale|Commenti disabilitati su QUANDO NON C’ERA YOUTUBE

SI PUO’ DAVVERO MIGLIORARE CON LE LEZIONI ONLINE?

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Ehi Basswalker!

 

            Se sei come me un boomer o quasi, hai vissuto quell’era in cui c’era solo un modo per affrontare lo studio della musica: trovarsi un buon maestro e prendere lezioni da lui.     L’alternativa era quella di diventare autodidatta, con tutti i pro e i contro, e, a volte, le polemiche tra le due categorie: “Jimi Hendrix non conosceva la musica” è una delle frasi più sentite e risentite negli anni, pronunciate da chi vuole giustificare il proprio autodidattismo…

 

Poi arrivò internet…

 

            All’inizio la rete era una formidabile fornitrice di tabs, magari qualcuno se le ricorda le prime, scritte con font improbabili, tali da faticare a decifrare anche cosa c’era scritto; però gli “anti-pentagramma” piuttosto che imparare a leggere preferivano questo tipo di studio, che, per di più, non dava mai un minimo di idea della ritmica ad esempio…

 

            Ci si limitava a scrivere numeri su queste quattro linee che dovevano rappresentare le corde e via, poi andava a fantasia di chi ci si cimentava. E di fantasia dovevi averne tanta, se consideri che gli autori di quelle tabs erano spesso ignoti, e altrettanto spesso molto poco esperti…

 

            Poi da lì il passo è stato breve, i programmi per scrivere le tabs sono migliorati tantissimo, sempre più utenti si sono cimentati nella stesura di trascrizioni, a volte anche persone competenti, poi è arrivato YouTube, e il resto è storia…

 

            La tecnologia negli anni è migliorata molto e di sicuro è passata in breve tempo da un mero sistema per “barare” ad un aiuto estremamente efficace; come in tutte le cose, però, bisognerebbe trovare una via di mezzo.

 

 

            Io credo che ancora oggi, nonostante tutto e nonostante tutti, non ci sia niente di meglio che scegliersi un insegnante col quale, per svariati motivi, sentiamo di andare d’accordo, e iniziare un percorso con lui/lei. L’insegnante migliore per te non lo è per qualcun altro, attenzione! Per quello suggerisco di provare e riprovare, con più di uno; e in questo senso, i social, il tubo le lezioni online, ci possono venire incontro: da un video (o più di uno) puoi capire se c’è della sintonia con un Maestro o con un altro, questo è innegabile!

Il problema dell’insegnante o, ancora di più della scuola di musica, è naturalmente quello economico.  È innegabile che i costi per una scuola di musica non sono sempre convenienti, ed è per questo motivo che sempre più persone si affidano all’insegnamento online; in realtà se si parla di lezioni via Skype o simili i costi non sempre sono più convenienti, e in più c’è il problema che se non le si gestisce bene dal punto di vista tecnico, si rischia di avere delle esperienze non gratificanti quanto si vorrebbe.

Ed è proprio in questa ottica che si inseriscono i video corsi.

Certo, potete dire che io sia di parte, se mi seguite sapete che è proprio quello che faccio sul mio sito, ma in realtà se ho iniziato a farli è proprio perché credo in questo modo di apprendere (lato studente) e di insegnare (lato maestro).

            Il video corso per chi magari vuole rimettersi dopo anni, o per chi ha iniziato da autodidatta ma ha capito che si fa troppa fatica senza una guida, è la soluzione ottimale. Certo, non lo è per chi vuole intraprendere una carriera da musicista o comunque sia alla ricerca di una preparazione accademica; ma come ho già avuto modo di dire più volte, per quello ci sono solo i Conservatori!

            In tutti gli altri casi, ti può aiutare. Ti aiuta se sei da solo e non hai risorse da investire in una scuola o in un Maestro (il video corso lo paghi una volta sola, al costo di neanche due lezioni, e ce l’hai sempre); ti aiuta se non hai la costanza, magari perché il lavoro ti porta via tempo ed energie e non riesci tutti giorni a metterti a suonare; in quel caso la lezione settimanale rischia di essere una spesa inutile, non vedresti miglioramenti e saresti costretto a frequentare per non perderci soldi. Il video corso ti aiuta anche perché hai comunque sempre l’assistenza da parte dell’autore, che ti risponde in info line ai dubbi, ti da consigli, suggerimenti e non ti lascia mai solo a te stesso.

 

            Io non so dirti se i video corsi saranno il futuro, ma di sicuro sono quella cosa che, nell’era di internet sempre e ovunque, mancava. Il giusto tassello tra delle lezioni con un Maestro vero e proprio, e la ricerca sconfusionata di soluzioni ai problemi su YouTube, tabs, tutorial, esercizi alla rinfusa…

            Ecco, il video corso sta in mezzo: lezioni in ordine progressivo, materiale in pdf, un maestro che comunque ti segue…Ma tutto senza muoverti da casa e seguendo quando vuoi tu, quando hai tempo e voglia.

 

Siamo nell’era del digitale, sappiamo tutti che sta cambiando un po’ tuto e anche le abitudini, qualcosa in meglio, qualcosa in peggio; ma bisogna prendere atto di queste nuove possibilità che ci sono e, quanto meno, sarebbe giusto valutarle.

 

Se vuoi valutare tu stesso da vicino, io ti posso consigliare i miei video corsi, li trovi qui:

 

davidemartini.com/video-corsi

 

Cosa ne pensi?

 

 

 

 

 

Di |2023-07-10T16:04:32+02:00Luglio 13th, 2023|basso elettrico, Blog, teoria musicale|Commenti disabilitati su SI PUO’ DAVVERO MIGLIORARE CON LE LEZIONI ONLINE?

Suonare tutti i generi musicali col basso? Dovresti, perché…

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Ti sei mai chiesto come te la caveresti a suonare tutti i generi musicali col basso, qualora ti capitasse?

Immagino tu abbia un tipo di musica preferito, o magari anche più di uno, e magari è proprio quello in cui ti cimenti più spesso con il basso.

Ma io credo nell’importanza di conoscere quanta più musica possibile, anche quella lontana dai nostri gusti personali; primo perché, suonando e facendo diverse esperienze, ci potrà capitare prima o poi di dover suonare qualcosa di un po’ diverso; e poi anche (e forse soprattutto), perché conoscere più stili ci permette, in qualche modo, di avere più idee, più vocabolario musicale, il che ci consente di riuscire meglio anche nel nostro!

 Non è necessario aspirare al professionismo per scegliere di suonare tutti i generi musicali col basso; beh, è ovvio che se quello è il tuo obiettivo, è il minimo che tu possa fare studiare più musica possibile!

Ma, come ben saprai, se mi segui da un po’, lungi da me l’idea di preparare professionisti, per quello esistono delle scuole specializzate e da lì si deve passare se si vogliono ottenere risultati concreti.

Ma, in generale, suonare tutti i generi musicali col basso, e in generale la conoscenza di più linguaggi possibile, porta a una crescita personale inestimabile, e su questo, spero, sarai d’accordo con me.

Ma quindi? Come posso fare a migliorare su generi musicali che non conosco?

Se vuoi un approfondimento su questo argomento ti consiglio questo mio video su Youtube

 

 

Intanto, come prima cosa, ovviamente, è importante che ti apra all’ascolto di cose diverse; e per ascolto intendo qualcosa di analitico e approfondito, cercando di capire come funziona certa musica; poi dovresti cercare di capirne il linguaggio, cerca di capire cosa fanno i bassisti su quel determinato genere, cogli i pattern e i fraseggi di più artisti possibile, e cerca di riprodurli, magari con l’uso di backing track.

E per ultimo, se ne hai la possibilità, divertiti a “jammare” con la tua band, scegliendo ad esempio di modificare dei classici per farli suonare in modo diverso; ad esempio, prendi una “Smoke on the water” qualunque, e provate a pensare di suonarla reggae… Sarà terribile, credo…Ma almeno vi siete allenati a suonare in quello stile!

O prendi “Hells bells” e suonala country! A volte vengono fuori cose molto molto divertenti, in ogni caso avrai sperimentato un po’…

Tra non molto farò uscire il mio nuovo video corso, che sarà incentrato proprio su questo argomento, lo studio di più stili possibile con il basso; il primo volume affronterà rock, blues, country, funk, reggae, Bossa nova e swing… Se ti fa piacere continua a leggere le mie mail, a breve ti darò la data di uscita!

Nel frattempo, come sempre ti ricordo i miei altri video corsi, se non li conosci ancora fai clic QUI e preparati perché venerdì prossimo è il BLACK FRIDAY, li potrai acquistare a dei prezzi MAI VISTI.

Ti aspetto!

Di |2022-11-18T15:02:16+01:00Novembre 18th, 2022|basso elettrico, Blog, musica|Commenti disabilitati su Suonare tutti i generi musicali col basso? Dovresti, perché…

LEZIONI DI BASSO: Intenzione, pronuncia e fraseggio

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Suonando il basso, a tutti sarà capitato di sentirsi dire almeno una volta una frase di questo tipo, magari durante una prova o dopo un concerto: “si, le note sono giuste, ma sbagli l’intenzione!”

E quindi? Se le note sono giuste, la parte è giusta, verrebbe da pensare, giusto?



 

E invece, forse, hanno ragione loro, quei musicisti “sapientoni” che vogliono farci credere che sono stati davvero ad ascoltare nota per nota ciò che abbiamo suonato durante tutto il brano; già, perché che ci abbiano davvero ascoltato anche solo per i primi 10 secondi sappiamo bene essere abbastanza poco probabile ( escludendo ovviamente i nostri amici batteristi, loro ci ascoltano sempre! )

Ora: partiamo dal presupposto che per sapere esattamente a cosa ci si riferisce con certi termini bisogna innanzitutto avere una discreta preparazione musicale. Ma soprattutto, per saper padroneggiare certi concetti sullo strumento, bisognerà poi avere una discreta tecnica.

Attenzione: per tecnica in questo contesto non si intende l’esecuzione di una determinata scala a velocità elevata ( quello sarete sempre in tempo a raggiungerla con un po’ di ginnastica per le vostre dita ), ma tutto ciò che vi permetterà di esprimervi sullo strumento in modo da dare un “colore” diverso alle note che andrete a suonare di volta in volta.

Una delle meraviglie del nostro basso elettrico è proprio quella che, per come è costruito, ci consente davvero una discreta quantità di elaborazioni ad una certa idea di base, previo, ovviamente, il fatto di conoscere alcuni piccoli “trucchi”.

Partiamo con il parlare della mano destra: ricordatevi bene che il suo compito non è solo quello di emettere un suono, ma anche attribuire certe qualità specifiche a questo suono! Se suoniamo con le dita vicino al ponte, ad esempio, avremo una timbrica totalmente diversa rispetto a quella che avremo suonando vicino al manico. Se poi suoniamo un po’ più forte il suono si modificherà rispetto a quando suoniamo più piano, e anche il fatto di suonare più con la punta del vostro dito piuttosto che con il polpastrello può modificare notevolmente il suono.

Avete visto quante sfumature può contenere la vostra tavola dei colori? E non abbiamo ancora accennato alla mano sinistra, che molti vedono anche come la più importante, per raggiungere certi effetti particolare sul basso.

Ora, a prescindere dall’importanza, è comunque ovvio che anche la sinistra può contribuire al suono, in che modo?

Se vi ricordate tempo fa già parlai di legature e ghost notes, 2 espedienti che possono dare qualcosa in più alla nostra parte di basso. In aggiunta oggi vorrei menzionarvi i cosiddetti “abbellimenti”.

Per capire esattamente cosa sono, quanti sono e cosa fanno tutti gli abbellimenti vi suggerisco vivamente di aprire un buon libro di teoria musicale e studiarvelo per bene. Qui mi limiterò solo a descrivervene alcuni, quelli probabilmente più usati e più d’effetto sul nostro basso elettrico.

Il primo da citare è sicuramente l’acciaccatura, che consiste nel legare velocemente una nota ad una seconda, che sarà quella più importante ( e cadrà probabilmente sul battere ).

Molto usata in ambito rock, può far spiccare il volo alla vostra linea di basso, se usata con parsimonia e intelligenza.

Un altro abbellimento usato spesso sul basso elettrico è sicuramente il vibrato. Tanto caro ai chitarristi, si può usare ad esempio per terminare una frase solistica o semi-solistica, ma anche in accompagnamento ( sempre con estrema parsimonia ), magari su note lunghe. Per ottenere un buon vibrato esercitatevi a tenere una nota con il terzo dito e a muovere la corda verso l’alto e verso il basso, più o meno velocemente ( meglio guardare il video, se potete, a questo punto ).

L’ultimo abbellimento che vorrei suggerirvi è il trillo; consiste nel legare velocemente 2 note quante più volte si riesca. Anche il trillo se usato con parsimonia può avere il suo fascino, sia in fase solistica che in accompagnamento.

Assimilate queste tecniche, provate a sperimentare, inserendole in giri di basso semplici e ripetitivi di brani che già conoscete bene. Usatele ed abusatene, all’inizio, cercando di capire al meglio come funzionano e cosa possono portare in più alla vostra linea di basso.

Sarà a questo punto che deciderete quali entreranno a far parte del vostro stile, del vostro modo di suonare il basso, cambiandolo, probabilmente, per sempre.

Di |2022-11-02T14:00:48+01:00Febbraio 22nd, 2019|Blog|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: Intenzione, pronuncia e fraseggio

LEZIONI DI BASSO: Suonare il basso col plettro!

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Suonare il basso col plettro è possibile?

 

Evidentemente si, visto che sono tanti i bassisti anche famosi che lo fanno, con successo, da anni.

In realtà il basso veniva suonato con il plettro già ai suoi arbori, quando, attratti dal fascino del neonato strumento ( chiamato semplicemente “Fender bass” negli States, e “chitarra basso” qui da noi ) furono anche molti chitarristi ad avvicinarsi per primi allo strumento.

 

 

 

Con gli anni, però furono i contrabbassisti a portare maggiormente alla ribalta lo strumento e di conseguenza la tecnica più in uso divenne indiscutibilmente quella del pizzicato.

Ora sinceramente non saprei dirvi con esattezza quando, ma ad un certo punto della storia, si riprese a suonare il basso col plettro.

 

E la tecnica è arrivata fino ai giorni nostri, ad opera di chi, principalmente, suona rock e affini.

Suonare il basso col plettro in effetti è indiscutibilmente una cosa che si usa fare maggiormente in contesti un po’ aggressivi, come nel metal, o nel rock degli anni ’90, periodo in cui fiorirono tantissimi bassisti che scelsero questa tecnica. Basti pensare a Duff McKagan dei Guns’n Roses o a Krist Novoselic ( Nirvana ), solo per citarne 2 dei più famosi.

 

Quindi, a mio modo di vedere, se decidiamo di essere dei bassisti completi, al giorno d’oggi non possiamo prescindere dal suonare il basso col plettro.

E allora, come fare, se vogliamo imparare a suonare il basso col plettro?

Innanzitutto ti ricordo che scrissi già un articolo tempo fa a riguardo, lo trovi qui ( con la relativa video lezione sul mio canale YouTube, che trovi qui ).

Se hai deciso di approfondire l’argomento e provare seriamente a imparare a suonare il basso col plettro, allora ecco che oggi ti suggerisco alcuni brani piacevoli da studiare per gestire al meglio questa tecnica.

Li ho ordinati dal più semplice al più difficile; considera di provare ad impararli per intero, una volta visti i main riff che ti suggerisco qui.

Le partiture, come sempre le trovi in download ( ricordati di registrarti se non l’hai ancora fatto ).

 

Il primo della lista è “Lithium”, dei Nirvana. La parte di per sé non è difficile, ritmicamente è abbastanza semplice e ripetitiva; cerca di “calcolare” le pennate e dai risalto alla ghost note della mano destra ( R.H.G. sulla partitura ), che ottieni dando un colpo alla corda con il plettro senza fare uscire una nota intonata.

 

Come secondo brano vi propongo “Longview” dei Green Day. La difficoltà nel suonare questo brano col plettro è data principalmente dal fatto che il ritmo sia “shuffle”, cosa non semplicissima da gestire col plettro. Raccomando solo pennate in giù sulla parte in quarti, mentre dove trovate i 2 ottavi ( terzinati ) alternate la pennata. Attenzione a suonare correttamente i bicordi dell’ultima misura.

 

Il terzo brano è “My friend of misery”, brano dei Metallica contenuto nel black album. L’arpeggio iniziale Newsted lo suonava con un arpeggio a plettro in stile chitarristico. Da un punto di vista ritmico sono tutti sedicesimi, quindi occhio a non perdere il ritmo e a studiare lentamente la parte prima di suonarla alla sua velocità.

 

Il secondo posto l’ho riservato a un capolavoro dei Guns’n Roses: “Paradise city”, dall’album “Appetite for destruction”. Su questo riff c’è poco da dire, se non di stare attenti all’alternanza delle pennate che, data la velocità, vi può aiutare parecchio. Come sempre, perdete del tempo ad esercitarvi a velocità ridotte per studiare al meglio ogni singolo movimento.

 

E al primo posto, per difficoltà, ho messo “Cupid’s dead”, brano degli Extreme tratto da “3 sides to every story”; vale tutto quello che ho appena detto per Paradise city, ma aumenta la dificoltà tecnica; occhio alle diteggiature, sia della destra che della sinistra.

 

Vi sono piaciuti questi brani? Ne vorreste studiare degli altri?

 

Fatemelo sapere, scrivetemi una mail o fate un giro sul mio canale YouTube o sui miei social; vi ricordo che le partiture sono in download, mentre invece nello store trovate il mio primo libro “Il basso elettrico dalla A alla F”

 

Di |2019-01-17T16:15:34+01:00Gennaio 18th, 2019|basso elettrico, Esercizi per basso, Funky music, musica, red hot chili peppers, Senza categoria, teoria musicale|Commenti disabilitati su LEZIONI DI BASSO: Suonare il basso col plettro!

Come creare un fill di basso in 3 passi

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Credo sia capitato prima o poi a tutti i bassisti del mondo: stai suonando un brano, dalla linea di basso abbastanza ripetitiva ( e di conseguenza noiosa ), e ad un certo punto ti prende la voglia di inserire quella “cosa”, che sul disco non c’è probabilmente, ma se ti esce come pensi sarà apprezzatissima, e in ogni caso, ti sarai divertito un po’ di più.

 

Ti è capitato, vero?

https://www.youtube.com/edit?o=U&video_id=aMHuV225gt4

 

Il problema è che spesso non sai cosa fare, oppure tutto quello che ti viene in mente non ti piace; spesso il problema è che lo spazio è veramente limitato ( meno di una battuta ), magari il tempo del brano è piuttosto veloce, e la conseguenza è che non facciamo niente, o se lo facciamo, poi il risultato non ci soddisfa.

Come fare?

 

Oggi provo a darti delle regole, 3 semplici regole da tenere in considerazione e dalle quali puoi partire per sviluppare le tue idee, i tuoi “fill”.

Con il termine “fill” solitamente ci si riferisce a qualcosa che ha più a che fare con la batteria che con il basso, ma noi prendiamo in prestito il termine per identificare quello che effettivamente andiamo a fare: un “break” all’interno del solito groove, che ci ricolleghi all’inizio di una nuova sequenza del brano ( una nuova strofa, il ritornello, ecc. ).

La differenza principale rispetto a quello che fanno i batteristi è che noi dobbiamo pensare anche alle note, ed è proprio da qui che voglio partire: stabilite prima di tutto da cosa volete attingere: la scala della tonalità del pezzo? Le note dell’accordo su cui vi trovate in quel momento? La scala blues? Potete usare ciò che vi pare ( che sia coerente con il brano, ovviamente ), ma sarebbe buona norma pensare a queste cose prima di buttarsi in un fraseggio ( soprattutto se siete alle prime armi o comunque questa situazione rappresenta per voi un ostacolo ).

Decidere cosa usare vi porta anche a decidere di conseguenza alla zona della tastiera in cui volete operare; spesso è più utile non spostarsi troppo dalla zona in cui vi trovate in accompagnamento, soprattutto se il brano è veloce; in linea di massima potete adattare la vostra idea alla parte di tastiera in cui vi trovate.

 

Per riuscire in un buon fraseggio, però, è ancora più importante la seconda regola: il ritmo. Una frase bella è una frase che sia interessante anche dal punto di vista ritmico. Cercate di pensare come farebbe un batterista: per loro la componente ritmica è importantissima, non avendo le note. Immaginate un fill di batteria nel punto in cui vorreste inserire il vostro fill di basso e poi provate a metterci su delle note, seguendo i criteri con cui le avete pensato seguendo la prima di queste 3 regole.

 

L’ultima ma più importante regola è questa: non esagerate. Il fill è bello se all’interno di un brano lo mettere una o al massimo 2 volte, non di più. Non cercate la finezza alla fine di ogni singola parte del brano. Prima di tutto rischieresti di scontrarvi con il fill vero e proprio del batterista, facendo in modo che non si capisca né quello che state facendo voi né quello che sta facendo lui.

In più troppi fill di basso fanno perdere l’attenzione e rischiate in questo modo che non vengano apprezzati.

 

Quindi, il mio consiglio è: esercitatevi, a casa vostra, suonando sui dischi, e in quella situazione elaborate più idee possibili. Quando poi suonate con la vostra band, scegliete dei punti strategici 8 in accordo con il vostro batterista ) e scegliete anche i vostri migliori fill, studiati in precedenza. Ci sarà sempre tempo, in futuro, per improvvisarli.

Siete pronti? Imbracciate il vostro basso e iniziate a divertirvi!

 

 

 

Di |2019-01-10T15:07:54+01:00Gennaio 11th, 2019|armonia, basso elettrico, blues, Esercizi per basso, Funky music, musica, teoria musicale|Commenti disabilitati su Come creare un fill di basso in 3 passi

Bicordi sul basso: Come si suonano e quando usarli

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Dopo aver ampiamente parlato di accordi, mi sembra doveroso aprire una parente su come suonare i bicordi sul basso.

La domanda scontata che, come al solito, potreste porvi, ovviamente sarà: ” Perchè mai dovrei imparare a suonare i bicordi sul basso? ”

 

E la risposta sarà altrettanto scontata: perchè, come dico sempre, è molto importante arricchire il proprio lessico musicale, per potersi esprimere al meglio nel maggior numero di contesti possibile.

Di conseguenza, i bicordi sul basso ricoprono un ruolo a mio modesto parere indispensabile, soprattutto in alcune situazioni.

Per capire a cosa mi riferisco, è indispensabile innanzitutto capire quanti e quali tipi di bicordi possiamo suonare sul basso. Iniziamo dai più usati, soprattutto in contesti rock o simili: sono i bicordi di quinta, e sono identici a quelli che si suonano sulla chitarra; la differenza principale è che mentre i chitarristi per suonarli, solitamente sfruttano le corde più basse ( con un suono distorto ), noi li suoniamo sulle corde più acute. Questo, principalmente, perchè il suono simultaneo di 2 suoni molto gravi non è proprio bellissimo da sentire…

Si possono utilizzare in diversi contesti, talvolta con l’aggiunta dell’ottava alta ( utilizzando 3 dita e 3 corde ), come usa fare spesso il grande Steve Harris, per esempio.

In alternativa alla quinta, delle note che è possibile utilizzare per generare un bicordo sul basso è sicuramente la terza. O sarebbe meglio dire le terze, dal momento che funzionano benissimo sia maggiori che minori. Potreste pensare di esercitarvi suonano tutta una scala maggiore su una corda ( per esempio quella di Re ), aggiungendo la terza di ogni nota ( sulla corda Sol ). Ascoltate l’effetto e cercate di familiarizzare con questo tipo di sound, può tornare utile per creare interessanti fraseggi melodici, armonizzandoli in modo indipendente.

Un altro uso interessante dei bicordi, più funk, è quello di suonare la 3a e la 7a insieme, all’interno di un groove. Ci vuole un pà di pratica, il mio consiglio è quello di cercare in rete delle linee di basso costruite in questo modo, farle vostre, e poi provare a crearne di originali.

Per questo scopo potrà esservi utile il mio nuovo libro ” 101 Funk licks in tutte le tonalità”, in uscita nei primi mesi del 2019.

Ah, a tal proposito: Buon anno!

E, come sempre, buon basso!

 

Di |2019-01-02T22:41:52+01:00Gennaio 4th, 2019|basso elettrico, Esercizi per basso, musica, teoria musicale|Commenti disabilitati su Bicordi sul basso: Come si suonano e quando usarli

SCONFIGGI I DOLORI DEGLI ESERCIZI PER BASSO ELETTRICO

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Gli esercizi per basso elettrico fanno male?

La domanda è lecita, visto che viviamo in un mondo sempre più cauto e attento a tutto ciò che può creare conseguenze positive per il nostro organismo…

Scherzi a parte, quando si approcciano gli esercizi per basso elettrico qualunque sia il nsotro livello, arriva sempre un momento in cui arriva qualche dolorino: a volte il polso, spesso le dita, può capitare la spalla; insomma: anche suonare il basso ha i suoi svantaggi, volendo vedere, dal punto di vista fisico.

In questa breve video-guida, in cui, prima di tutto, specifico più e più volte di non avere competenze in campo medico, a scanso di equivoci, cerco di darvi qualche consiglio per evitare che i dolori siano troppo intensi e vi costringano lonatani dal vostro amato strumento per troppo tempo.

Ripeto: non sono un medico. Se doveste notare problemi più gravi del previsto e in ogni caso se, giustamente, non voleste fidarvi delle mie dritte, rivolgetevi ad uno specialista, saprà sicuramente meglio di me cosa consigliarvi.

I miei sono, appunto, consigli, niente più, che a mia volta ho ricevuto negli anni e che, a dire il vero, mi sono stati anche molto utili. A volte per prevenire, a volte anche per “curare”, virgolettato d’obbligo dato che non si parla certo di chissà quali patologie; a tal proposito, la cosa più grave che vi potrebbe capitare, svolgendo con intensità i vostri esercizi per basso elettrico, è magari una tendinite. Con cui è bene non scherzare, certo, ma che arriva solamente in casi di uso spropositato degli arti che dedichiamo allo studio dello strumento.

Ora: nel video vi suggerisco 10 punti fondamentali ( che trovate poi anche sotto forma di elenco in un pdf scaricabile come sempre qui, nella sezione download, dopo esser i registrati ).

Descriverli a parole qui nell’articolo non è cosa semplice, il video serve a questo; ma se proprio non doveste riuscire a vederlo subito, vi anticipo alcuni consigli: cercate sempre di effettuare un riscaldamento prima di iniziare a lavorare, un pò di strtching per i polsi e qualche esercizio di tecnica per iniziare.

Prendetevi delle pause, tra i vari esercizi, non cercate di fare tutto di fila, in base a quanto tempo avrete da dedicare allo studio, cercate sempre di dividerlo tra pratica e pause. E anche cercando la costanza nei giorni, cercate di non prendervi pause troppo lunghe per poi massacrarvi quando potrete ricominciare.

Attenzione alla postura e al relax, cercate di non essere troppo tesi e di rilassarvi quanto più possibile prima di iniziare; se ne avete la possibilità cercate di esercitarvi in un ambiente che vi metta a vostro agio e vi faccia sentire comodi; attenzione anche all’illuminazione, in modo particolare se dovrete andare a leggere; non fate troppe ore davanti a un display o monitor, cercate di stampare gli esercizi che vi servono e seguiteli da carta.

Se già avete situazioni di band, e quindi andate a suonare, attenzione al carico e scarico degli strumenti; il basso nelle custodi morbide, cercate di portarlo sempre su 2 spalle, attenzione a come prendete l’ampli ( fatevi aiutare se necessario )

 

E questo, per ora è tutto, per entrare nel dettaglio ascoltate bene ciò che dico nel video, e… state in salute!

 

Di |2018-11-29T15:39:56+01:00Novembre 30th, 2018|basso elettrico, Esercizi per basso|Commenti disabilitati su SCONFIGGI I DOLORI DEGLI ESERCIZI PER BASSO ELETTRICO

Come suonare lo slap di Aeroplane!

2 minuti! Questo è il tempo di lettura stimato per questo articolo

Se sei capitato su questa pagina è perchè conosci bene la parte slap di Aeroplane, dei Red Hot Chili Peppers. E sai bene di cosa si sta parlando.

Di solito la procedura è questa: si inizia a suonare il basso perchè si inizia ad ascoltare assiduamente e con attenzione i dischi dei Red Hot, e si finisce a voler a tutti costi cercare di imitare Flea, soprattutto nelle parti di slap, appunto, che ogni volta, immancabilmente, al primo ascolto ci sembrano impossibili, oltre che meravigliose.

E la parte di slap di Aeroplane non fa certo eccezione; anzi, a mio modo di vedere, è il culmine raggiunto da Flea negli anni ’90 in quanto ad inventiva ed espressione.

Se sei capitato su questa pagina è perchè conosci bene la parte slap di Aeroplane, dei Red Hot Chili Peppers. E sai bene di cosa si sta parlando.

Se avete seguito le mie lezioni fin qui, vi ricorderete che nell’ultima ho parlato già di slap, elencando 5 riff di brani famosi di diverse ere, definendoli “facili”.

Ecco, della parte di Aeroplane tutto si può dire, meno che sia facile…

Certo, la difficoltà di un brano è determinata anche dal livello di chi lo approccia, questo va detto, però quando si cerca di sviscerare la tecnica di un bassista famoso e molto “caratteristico”, le difficoltà si incontrano comunque, a qualunque livello. Il bassista perfetto non esiste, ognuno ha i suoi limiti, oltre che ai suoi pregi, ovviamente, e tutti insieme formano lo stile, il marchio di fabbrica di quel bassista. Quello di Flea lo si riconosce ampiamente in questo brano, il suo slap è incisivo, pesante come il punk ma preciso come il funky, al tempo stesso, e tutto si può dire nasca da quel Musicman che suonava negli anni ’90, e dalla sua grossa mano da bassista esperto che impattava violentemente quelle corde, sempre nuove, probabilmente.

Per questo dico che sarà molto difficile copiarlo, ma infatti, lo scopo di questo video tutorial non è quello, ma semplicemente analizzare la parte così come l’ha suonata lui sul disco, cercare di ripeterla il meglio possibile, per poi cercare di personalizzarla al meglio. Attenzione che personalizzare non vuol dire stravolgere, il groove di base ( a cui presto molta attenzione nella prima parte di video ) deve essere eseguito così come è scritto, non si sgarra. Ma nei punti un pò più liberi ( la fine della seconda misura in ogni “giro” da 2 misure ), una volta assimilato il linguaggio si può pensar anche di esprimersi liberamente, quasi di “jammare” sul brano, sul groove funky dominato dai 2 accordi G-7 e C7.

Bene. Non mi resta altro che augurarvi una buona visione del video e un buono studio, su Aeroplane!
E non dimenticarti di iscriverti al mio canale Youtube se non l’hai ancora fatto, cliccando qui!

Se sei capitato su questa pagina è perchè conosci bene la parte slap di Aeroplane, dei Red Hot Chili Peppers. E sai bene di cosa si sta parlando.

 

Di |2018-11-15T23:46:03+01:00Novembre 16th, 2018|basso elettrico, Funky music, red hot chili peppers|Commenti disabilitati su Come suonare lo slap di Aeroplane!

Come scrivere una canzone col basso elettrico!

2 minuti! Questo è il tempo di lettura stimato per questo articolo

Sei un bassista, ma vorresti provare a scrivere una canzone. Ci hai pensato, vero? Come farò mai a scrivere una canzone col basso elettrico? Si può iniziare a comporre musica, col basso elettrico?

https://youtu.be/Q0U5q29U6sI

 

 

 

 

 

 

 

Beh, può sembrare strano, ovvio, tutti ci immaginiamo chi scrive musica seduto davanti a un pianoforte o al limite con una chitarra in mano.

Eppure un barlume di speranza c’è. Sei pronto? Stai per capire se si può, e come si fa, a scrivere una canzone col basso!

Va detto che, in realtà, molto dipende anche dal tipo di canzone che vuoi scrivere, dal genere, dalla strumentazione che intendi adottare per farla suonare ( anche se all’inizio probabilmente, si tratterà di un computer ).

Ma, in linea di massima, diciamo che puoi scrivere tutto quello che ti passa per la testa, anche suonando il tuo basso elettrico.

Vorrei soffermarmi principalmente su 3 tipi di composizione: la prima è la classica “canzone pop”: una sequenza di accordi ( progressione armonica ), una  parte ritmica , in cui incastrare quello che poin sarà il tuo giro di basso, e una bella melodia.

Il secondo tipo sarà un classico brano rock, dal riff di basso “forte”, riconoscibile, e su cui andremo ad incastrare una parte di chitarra e un solido groove di batteria.

E per finire proveremo a fare la stessa cosa, ma cercando di rientrare in schemi che si addicono di più al funky.

La prima tipologia ( canzone pop ) è effettivamente quella più insolita; generalmente sarebbe preferibile, dovendo partire dagli accordi, utilizzare un piano o al limite una chitarra, per iniziare. Ma, se hai già guardato questa mia lezione, in cui parlavo di armonizzazione della scala, e se hai dimestichezza con gli accordi suonati col basso, puoi tranquillamente provare a scrivere una sequenza di accordi interessante, come, ad esempio, quella che utilizzo nel video. Il mio consiglio è quello di stabilire prima quante misure dovrà occupare tale progressione, per poi riempire le misure con degli accordi piacevoli; magari tutti tonali, magari usando qualche dominante secondaria.

Una volta creata l’armonia puoi stabilire quale sarà il ritmo della canzone, immaginandolo ( e poi, magari programmandolo sulla drum machine ) per poi incastrarci sopra una parte di basso, che rispetti in linea di massi quelli che sono gli elementi caratteristici del pop ( esempio unisono cassa/basso ) o del rock ( esempio obbligo sugli ottavi di basso e Hi Hat ).

Sarebbe utile registrare tutto con una delle varie DAW disponibili, anche gratuitamente, e poi portare delle registrazioni agli eventuali musicisti che dovranno suonare il brano, magari dando il giusto mix di indicazioni precise e di  “carta bianca”, su cui elaborare le proprie parti.

In ambito più rock, il secondo caso è quello che prevede la stesura di una linea di basso accattivante, che stia anche in piedi da sola, per poi “farcilra” con un bel groove di batteria e ritrovarsi ad avere 2 possibilità: la prima è “monocordo”, un accordo solo che girra, su cui il chitarrista si possa magari sbizzarrire in effetti e ritmiche coinvolgenti, mentre la seconda è quella degli accordi che cambiano sulla nostra “nota fissa”, il cosiddetto pedale.Vi invito a provare e sentirne l’effetto.

Infine, se proviamo a prendere lo stesso riff inventato per il secondo caso, sincoparlo ed agiungere un batteria ed una chitarra funk, otterremo un ottima base di partenza per un brano di stile funky, appunto, su cui poter rappare o improvvisare a nostro piacimento.

Nel video ovviamente troverete dei dettagli un pò più approfonditi, e alcuni esempi suonati.

Quindi, non avete più scuse, imbracciate il vostro basso e provate a comporre!

 

Di |2018-11-02T11:09:15+01:00Novembre 2nd, 2018|armonia, basso elettrico, dominanti secondarie, Esercizi per basso, Funky music, musica, red hot chili peppers, teoria musicale|Commenti disabilitati su Come scrivere una canzone col basso elettrico!

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